»Disney Princesses~ If You Can Dream ♥

Posts written by ~ Luna ~

view post Posted: 18/7/2015, 19:09 "Disney Pixar Forum", richiesta di gemmellaggio - Affiliazioni e Gemellaggi
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view post Posted: 30/1/2015, 19:50 Disney Family - Spam

Salve a tutti!
Siamo qui per presentarvi il nostro piccolo angolo di paradiso. Il Disney Family è nato tre anni fa con lo scopo di riunire tutti gli appassionati di questo magico mondo e costruire una grande famiglia virtuale dove potersi divertire e rilassare insieme. Attualmente il nostro forum è la più grande risorsa Disneyana del circuito!! Cosa ci rende così speciali?? :)
Beh per prima cosa avete la possibilità di scegliere il vostro personaggio Disney preferito ed interpretarlo nel nostro forum!!
Inoltre mettiamo a disposizione degli utenti tantissime immagini del mondo Disney, film in streaming, scansioni dei magazine disneyani più rari, tante news e molto altro!
~ News Sul Mondo Disney sarete aggiornati in tempo reale su ciò che accade nel grande universo Disney!
~ Film Disney 2d e 3d qui invece avrete tantissime schede di film Disneyani e potrete vederli in streaming sul forum senza spendere un centesimo.
~ Telefilm Disney amate Zac e Cody? Hannah Montana? questa è la sezione adatta a voi!
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Inoltre abbiamo anche molte sezioni per divertirci insieme al di fuori del mondo Disney:
Tutto ciò che riguarda la Grafica ; tante Iniziative ed Adottini per abbellire le vostre firme; moltissimi Contest per divertirvi con noi e tanto altro ancora!!
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Non ti abbiamo ancora convinto? Beh allora ci sono ancora due cose che devi sapere :D
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view post Posted: 18/1/2015, 16:56 RdA Regno degli anime - Affiliazioni e Gemellaggi
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view post Posted: 16/11/2014, 01:22 My Gallery =3 - Gallerie Grafiche
Sono stupendi complimenti Anna sei davvero brava *-*
view post Posted: 7/10/2014, 14:24 fan-fiction ed one shote ❤ - Fan Art & Fan Fiction
Ahh ok metto tutto sotto spoiler allora ;) non c'è problema
view post Posted: 29/9/2014, 00:42 fan-fiction ed one shote ❤ - Fan Art & Fan Fiction
Metto le mie fan-fictin e one shot buona lettura
Trama piu introduzione:
❄❄❄❄[Frozen- Il Regno di Ghiaccio]❄❄❄❄

❄❄❄❄❄❄
⛄Introduzione :•
"*Let it Go!*"÷Elsa e Anna, la questione agghiacciante!• *"❄❄❄❄❄❄

La sera, quando le luci iniziarono a spegnersi, il cielo a scurirsi e la città a diventare silenziosa, Elsa rientrò a castello e andò in camera sua.
[...] Invece sentì solo silenzio e poi gli stessi passi che si allontanavano. In quel momento Elsa capì che probabilmente aveva perso definitivamente ogni occasione per riconciliarsi con sua sorella, per riunirsi a lei, per costruire un pupazzo di neve insieme... [...]
Ricordando quel momento a Elsa venne un'idea, era più un desiderio nascosto, qualcosa che da molto tempo ormai voleva fare. «Ti andrebbe... di costruire un pupazzo di neve?»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: Completo!...❄❄❄:-)
Tipo di coppia: Elsa/Jack/Anna,Kristoff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
(PER LEGGERE QUESTA FANFICTION VI CONSIGLIO DI ASCOLTARE "Let It go")
Let it go, let it go
Can't hold it back anymore
Let it go, let it go
Turn my back and slam the door

The snow glows white on the mountain tonight,
Not a footprint to be seen.
A kingdom of isolation and it looks like I'm the queen.
The wind is howling like the swirling storm inside.
Couldn't keep it in, heaven knows I tried.

Don't let them in, don't let them see,
be the good girl you always had to be.
Conceal, don't feel, don't let them know.
Well now they know.

Let it go, let it go
Can't hold it back anymore
Let it go, let it go
Turn my back and slam the door
And here I stand and here I'll stay
Let it go, let it go
The cold never bothered me anyway

It's funny how some distance makes everything seem small
And the fuse that once controlled me, can't get to me at all.
Up in here in the cold wind air, I finally can breathe.
I know I left a life behind, but I'm too relieved to grieve.

Let it go, let it go
Can't hold it back anymore
Let it go, let it go
Turn my back and slam the door
And here I stand, and here I'll stay
Let it go, let it go
The cold never bothered me anyway

(Standing, frozen, in the life I've chosen you will find me
the past is well behind me, buried in the snow)

Let it go, let it go
Can't hold it back anymore
Let it go, let it go
Turn my back and slam the door
And here I stand, and here I'll stay
Let it go, let it go
The cold never bothered me anyway, woah
(na na, na na, na na na na) [x4]
Na, na, you said, let it go, let it go, oooo
Let it go.
❄❄❄❄❄❄⛄❄❄❄❄❄❄❄❄❄
Demi Lovato, Let It Go: traduzione
Serena Autieri

In questo remoto regno la regina sono io...
Ormai la tempesta nel mio cuore irrompe già,
non la fermerà la mia volontà!

Ho conservato ogni bugia,
per il mondo la colpa è solo mia!
Così non va, non sentirò un altro no!

D'ora in poi lascerò che il cuore mi guidi in po',
scorderò quel che so e da oggi cambierò!
Resto qui, non andrò più via,
sono sola ormai, da oggi il freddo è casa mia!

A volte è un bene poter scappare un po',
può sembrare un salto enorme ma io lo affronterò!
Non è un difetto, è una virtù, e non la fermerò mai più!
Nessun ostacolo per me, perché

D'ora in poi troverò la mia vera identità,
e vivrò, sì, vivrò per sempre in libertà!
Se è qui il posto mio, io lo scoprirò!

Il mio potere si diffonde intorno a me!
Il ghiaccio aumenta e copre ogni cosa accanto a sé!
Un mio pensiero cristallizza la realtà!
Il resto è storia ormai, che passa e se ne va!

Io lo so, sì lo so, come il Sole tramonterò,
perché poi, perché poi all'alba sorgerò!
Ecco qua la tempesta che non si fermerà!
Da oggi il destino appartiene a me.
1cap.

Inverno. Il periodo più freddo dell'anno era finalmente arrivato ad Arendelle e tutti i bambini del regno giocavano e ridevano per le strade, mentre i loro genitori, nonostante il periodo poco favorevole al lavoro, continuavano con i loro compiti.
La regina Elsa, capelli bianchi come la neve candida e occhi azzurri come il ghiaccio che albergava in lei, oltrepassò le grandi porte finalmente aperte del castello e si avviò per le strade del suo regno.
Mentre camminava alzava al cielo le sue mani del colore del latte e afferrava i piccoli fiocchi di neve che continuavano a cadere da un cielo coperto da grossi nuvoloni, che non sembravano però minacciare brutto tempo.
Elsa si guardò attorno, vedeva facce sorridenti ovunque e anche lei, in cuor suo, era felice. Felice che finalmente tutti avevano accettato il suo dono, felice che finalmente riusciva a controllare il suo potere e poteva stare con chi amava senza essere un pericolo per essi. Rise, vedendo in lontananza anche sua sorella che era uscita fuori a giocare, o meglio, a continuare a bombardare Kristoff di palle di neve.
La sera, quando le luci iniziarono a spegnersi, il cielo a scurirsi e la città a diventare silenziosa, Elsa rientrò a castello e andò in camera sua. Si sdraiò stanca sul suo letto e ripensò a cosa la neve era per lei poco tempo addietro...
La sensazione della neve sulle mani, del ghiaccio sotto ai piedi, dell'aria gelida che accarezza la pelle, per lei era sempre stata diversa rispetto a quella che provavano le persone comuni.
Quando la neve cadeva, nel periodo giusto dell'anno, significava che finalmente era arrivato l'inverno e tutte le persone, nonostante il freddo, approfittavano del momento per giocare e divertirsi insieme, e gioivano. Elsa invece, il ghiaccio lo vedeva sempre, e per lei non era freddo, e lei non gioiva vedendolo, e non poteva giocarci, o almeno, non più.
Un giorno come tutti gli altri, guardò fuori dalla finestra e delicatamente, senza pensarci, poggiò una mano sul vetro. Esso si ghiacciò in un istante, nemmeno un secondo che era già gelato.
La bionda ritirò la mano di scatto. Ormai il suo potere era diventato un pericolo costante, lei era un pericolo. Chiuse gli occhi, mentre stringeva la mano in un pugno gelido.
E mentre inerme se ne stava nella sua stanza, silenziosa e priva di vita, Elsa sentì nel corridoio antistante alla porta della sua stanza, qualcuno che velocemente si avvicinava e quando sentì rallentare i passi della persona, si aspettò che essa bussasse e le facesse la solita domanda che lei non poteva assecondare, nonostante le sarebbe piaciuto. Invece sentì solo silenzio e poi gli stessi passi che si allontanavano. In quel momento Elsa capì che probabilmente aveva perso definitivamente ogni occasione per riconciliarsi con sua sorella, per riunirsi a lei, per costruire un pupazzo di neve insieme, e prima che lei se ne accorgesse, alcune lacrime cristalline e fredde scesero dai suoi occhi azzurri rigandole le guance rosee e calde.
Ricordando quel momento a Elsa venne un'idea, era più un desiderio nascosto, qualcosa che da molto tempo ormai voleva fare. Così prese un po' di coraggio e si alzò dal letto. Si avvicinò alla grande porta di legno della sua stanza, afferrò il pomello freddo - che per lei freddo non era - e aprì la porta. Si ritrovò nel corridoio buio del castello e lentamente, senza fare troppo rumore, si avviò verso la stanza di sua sorella. Quando si ritrovò davanti alla porta dell'arancione, tutto il suo coraggio svanì così com'era arrivato, anzi, più velocemente.
In quel luogo in cui tutto sembrava essersi fermato, il cuore di Elsa batteva talmente forte che sembrava potesse essere facilmente sentito e a decorare quel momento statico erano solo le piccole nuvole di calore che si disperdevano nell'aria ad ogni respiro della regina.
Timidamente, Elsa picchiettò sull'entrata della stanza della sorella e, anche se non sentì risposta, parlò.
«Anna?»
Nessuna risposta.
«Ti andrebbe... di costruire un pupazzo di neve, insieme?»
Silenzio.
La regina, non sentendo risposta, fece per andarsene con uno sguardo triste e dispiaciuto. Probabilmente sua sorella stava già dormendo, pensò ingenuamente, per non soffermarsi su un'altra ipotesi: non l'aveva perdonata fino in fondo. Però, prima che potesse fare soltanto un passo, sentì la porta della camera aprirsi. Ne uscì un'Anna ancora vestita, lucida, che la guardava meravigliata. Poi, il suo sguardo cambiò in un attimo.
«Dici sul serio?» disse l'arancione con quel suo tipico tono di quando non stava più nella pelle e con un sorriso a trentadue denti. «Ih, certo che mi andrebbe!» Continuò scacciando un urletto e saltellando qua e là, prendendo poi le mani di sua sorella e iniziando a correre verso il piano terra del castello dove avrebbero costruito un pupazzo di neve, insieme.
2 cap

Elsa e Anna vivono ad Arandelle un luogo di mare dove le estati sono calde e gli inverni miti . Le due sorelle sono legate da un fortissimo legame che si è intensificato quando Anna ha salvato la vita di Elsa. La sorella maggiore da quel giorno ha iniziato a provare dei sentimenti molto profondi per la sorella minore che però non sembra ricambiare ed , al contrario, è innamorata del taglia ghiacci Riuscirà Elsa ad esternare i suoi veri sentimenti ed Anna ne sarà felice? Una mattina come tante, il sole d'inverno splende come in estate ma la neve non si scioglie grazie al potere di Elsa che vaga per i corridoi del castello seguita dai funzionari di palazzo che le illustrano la situazione economica di Arendelle. Elsa è annoiata dalle faccende burocratiche ma si rende conto che, essendo la regina, ha delle grandi responsabilità verso il suo popolo . Anche dopo il suo esilio Elsa porta i capelli sciolti e ribelli e l'abito di ghiaccio che si era fabbricata. Tutti i principi dei reami lontani la vorrebbero come sposa per il suo potere e la sua bellezza illimitata ma lei non vuole nessuno al suo fianco . A metà corridoio qualcosa di freddo si schianta contro il collo della regina e una risatina argentina echeggia nei corridoi. Elsa si volta sorridente e un po' irritata verso la sorella che è piegata in due dal ridere. Fa un veloce cenno ai funzionari che si allontanano immediatamente prima che la regina con i suoi poteri crei una palla di neve al meno dieci volte più grande di quella tirata dalla sorella e gliela lanci contro mentre ride. Anna si ritrova sommersa dalla neve e dal cumulo spunta fuori solo la testa" non vale. Io non ho poteri" " avresti dovuto pensarci prima di lanciare quella palla di neve e poi perchè l'hai fatto?"dice Elsa avvicinandosi alla sorella imbronciata." Kristoff è partito da quasi una settimana e questa è la nostra prima conversazione da allora. Mi manchi Elsa. Non tornare ad essere quella di prima chiusa in se stessa. Sembra quasi che mi stai evitando." Disse Anna scrollandosi la neve dal vestito . Elsa rimase imbambolata a guardare il tenero viso della sorella che diventava rosso per la timidezza ed anche perché Anna aveva sempre avuto un rapporto di inferiorità con la sorella. " scusa, sono stata molto impegnata con gli affari di palazzo ma se vuoi possiamo andare a fare una passeggiata fuori ." Elsa le prese le mani e subito quel contatto riscaldò il suo gelido corpo."davvero?" Disse la sorella incredula. Elsa annuì ma prima di andare diede le ultime direttive ai funzionari che scomparvero negli uffici. Le due ragazze uscirono sul retro del castello dove si estendeva un immenso giardino a labirinto completamente innevato . Le due ragazze vi si inoltrano passeggiando una affianco all'altra ma pochi istanti dopo la battaglia con le palle di neve ricominciò ed Elsa riuscì a vincere anche senza l'aiuto dei suoi poteri ." Non vale, come hai fatto a battermi?" Chiese Anna sedendosi sul bordo di una fontana." Segreto " rispose Elsa sedendosi affianco a lei. Uno strano silenzio calò in mezzo alle due ed Elsa iniziò a sentirsi a disagio poi Anna ruppe il silenzio." Sai, faccio ancora molti sogni su quel giorno. Alcuni sono solo sogni altri sono incubi. In pochi addirittura mi sveglio urlando perchè vedo la spada del principe che mi distrugge e poi uccide te oppure non riesco ad arrivare in tempo a salvarti e tu muori tra le mie braccia . " si stringe le braccia al petto impaurita dal ricordo di quelle notti , l'ultima proprio ieri. " da quanto va avanti, Anna" la sollecita la sorella preoccupata. " da quel giorno. Quasi un anno." " e hai aspettato tutto questo tempo a dirmelo ,perchè?" " perchè da quel giorno dopo i festeggiamenti ed il resto ti ho scoperto a guardarmi e poi ti sei richiusa in te stessa come prima. Che cosa avrei fatto adesso?" Elsa si alzò per allontanarsi da Anna e le voltò le spalle titubante, non era quello il momento più opportuno per dirglielo ma si rese conto che prima o poi glielo avrebbe detto. " niente Anna, è solo che anche io sono terrorizzata dal fatto di perderti e non dimenticare che tu stavi morendo per colpa mia. Tutto quel che è successo è stata colpa mia." Elsa non si voltò neanche e si incamminò verso il castello ma Anna la bloccò per un braccio e la fece voltare con forza poi la abbracciò. Elsa non ci pensò due volte a rispondere all'abbraccio ma era confusa." Perchè lo hai fatto ?" Chiese alla sorella" perchè entrambe ne avevamo bisogno e per dimostrarti che io non ti incolpo di niente" poi Anna le sorrise di quel dolce sorriso che dedicava solo a lei e soltanto a lei ed Elsa si sentì sciogliere. Il suo autocontrollo stava andando a farsi un giro turistico e le sue mani tremavano visibilmente . Le guardò e subito si voltò dall'altra parte. " era proprio di questo che parlavo , perchè quando mi guardi ti spaventi?" Elsa non si voltò e continuò a camminare verso il castello . Anna la rincorse ma quando la raggiunse Elsa era già entrata ed aveva chiuso la porta che dava sul giardino poi vi si era accasciata contro singhiozzando e così fece anche Anna appoggiando una mano sul freddo legno massiccio della porta ascoltando l'eco dei singhiozzi della sorella. Anna chiuse gli occhi e aspettò finchè qualcuno non le aprì la porta ma non fu sua sorella ad aprirle bensì un servo che passava di lì . Anna corse in camera sua e si accasciò sul letto morbido lasciando che le lacrime le invadessero gli occhi e bagnassero il cuscino. Intanto dalla torre più alta e buia del castello Elsa guardava fuori dalla grande vetrata accasciata su un divanetto posto sotto la grande finestra con sguardo triste e malinconico. Una parte di lei si rimproverava per aver trattato male Anna mentre un'altra parte si rimproverava per covare dei sentimenti così deleteri per la sorella. La regina si , rialzó e correndo fuori dalla stanza per andarsi a preparare. Il pupazzo urlò un ' arrivo' e poi sospirò soddisfatto. Anna si ricordò del ballo e subito decise di prepararsi per fare una sorpresa alla sorella e magari addolcirla un po'.!
3cap.
Alle otto di sera la sala da ballo era già piena di invitati ed ospiti provenienti da tutti i regni. Anna intratteneva alcuni ospiti ed i principi più vivaci che , come tutti gli altri, aspiravano a sposare la regina. Anna era incantevole, indossava un leggero vestito simile a quello solito della sorella ma verde ed i capelli ricadevano ondulati sulle spalle mentre un velo di trucco risaltava gli occhi verde smeraldo della ragazza. Vagava per la sala sorridendo e ridendo, le erano sempre piaciute le feste ed adorava la sensazione di calore nell'aria. La cosa che più la divertiva erano i principi, tutti sicuri delle proprie capacità e tutti incredibilmente belli ma assolutamente stupidi per credere di avere anche solo una remota possibilità con Elsa la quale aveva legato con una sola persona in tutta la sua vita , lei. Anna si compiacque di quel pensiero perchè si rese conto, anche se in parte, di quanto fosse importante per la sorella e ne fu felice . Dopo altri venti minuti in cui arrivarono gli ultimi ospiti ritardatari, finalmente il valletto annunciò l'arrivo della regina. Anna si mise sotto le scale, leggermente di lato per essere la prima e la più vicina alla sorella quando farà la sua entrata. Si sistemò e si mise dritta come il resto della sala quando dal'alto delle scale incominciarono a fare la loro comparsa dei capelli bianchi. Per Anna il mondo si fermò quando vide la figura della sorella scendere le scale. Elsa indossava un abito, rigorosamente azzurro ma con le spalle scoperte e la parte alta fatta a corpetto con dei rametti innevati che ne continuavano il disegno e abbracciavano le spalle fino dietro la schiena completamente nuda. Il vestito aveva un lungo strascico di un blu acceso ed una catenina d'argento in vita che dondolava leggermente sospinta dal movimento dolce dei fianchi sottili della regina. I capelli erano sempre ribelli e legati nella lunga treccia a lato con incastonati dei piccoli fiocchi di ghiaccio . Aveva un velo di trucco molto leggero ma ai lati degli occhi, dei piccoli ghiaccioli formavano dei disegni simili ad onde marine sulla sua pelle candida e bianca come la neve. Anna impallidì alla visione della sorella la cui bellezza era ineguagliabile normalmente ma che ora risplendeva ed illuminava l'intera sala. Nessuno al mondo avrebbe potuto eguagliarla. Elsa sorrise agli invitati e poi posò lo sguardo sulla sorella e ne rimase stupefatta, la piccola tenera sorellina ora era una donna bellissima e dovette ammettere che i capelli sciolti le stavano benissimo. Appena Elsa concluse la sua camminata trionfale l'orchestra iniziò a suonare ma nessuno si mosse per invitare la regina a ballare perchè erano ancora tutti bloccati a fissarla. Elsa si avvicinò ad Anna ed entrambe dissero all'unisono " sei bellissima" e poi iniziarono a ridere. " no, veramente Anna tu sei bellissima. Non mi ero accorta di quanto fossi cresciuta, ora sei una donna." Elsa le prese le mani calde e morbide sorridendole raggiante" no Elsa tu sei la creatura più magnifica che possa esistere. Nessuno può eguagliare la tua bellezza e sono onorata di essere tua sorella." Elsa arrossì visibilmente e anche Anna. Poi alcuni principi si fecero avanti per invitare la regina nel suo primo ballo ma Anna si parò davanti alla sorella." Balla con me." " cosa?" Disse Elsa confusa " sarò io il tuo cavaliere" Anna prese la mano di Elsa e la portò sulla pista da ballo. L'orchestra e i presenti si voltarono incuriositi dalla scena poi i violini e anche gli altri strumenti iniziarono a suonare un valzer allegro e le due sorelle dopo essersi inchinate si misero giocosamente a ballare seguite da molti ospiti . Fecero giravolte, piroette e caschè sempre sorridendo e ridendo. I principi intanto non persero tempo ed invitarono altre principesse a ballare ma tutti rimasero incuriositi dalle due sorelle che ballavano come se il mondo intorno a loro non esistesse. La musica finì e le due sorelle si allontanarono dalla pista da ballo per parlare." Anna perchè lo hai fatto? " " tanto li avresti respinti comunque" Elsa sorrise poi però si ricordò il motivo per il quale si era conciata così ",per il ritorno di Jack Frost.

(vi consiglio di ascoltare Oggi per la 1*volta :
Serena Rossi & Serena Autieri

"Oggi per la prima volta" (Video)
(Anna: Serena Rossi, Elsa: Serena Autieri)

Anna: La luce che irrompe fin quassù
credevo che non accadesse più,
non ho mai visto tanti piatti qua!
Ormai da tempo immemore
qui non si vede un ospite
oggi quel cancello si aprirà...

Quanta gente incontreremo,
in quell'enorme via vai,
mi sento emozionata più che mai!

Questa è la vita che volevo!
Niente mura da guardare...
Avrò quello che sognavo,
oggi io potrò ballare!

Non posso sopportare l'attesa,
Penso che forse impazzirò!
Però stasera di sicuro
mi divertirò!

Incontrerò tutti non vedo l'ora,
e se incontrassi quello giusto?

Avrò uno splendido abito
semplice ma bellissimo
ammireranno tutti quanti me!
E poi d'improvviso lui è lì
nessuno è più bello di così
E' meglio se mi butto sul buffet...

Staremo insieme fino all'alba
lui s'innamorerà,
Solo che ancora non lo sa!

Oggi per la prima volta
proprio come per magia
ho la vita che sognavo
per una notte in mano mia...

E' un'idea del tutto pazzesca
mi sembra folle ma...
Credo di avere per davvero
un'opportunità!

Elsa: Non dire mai la verità,
se sei brava nessuno lo saprà!
Celare, domare...
perché io so che è un segreto
e lo proteggerò!

Elsa: Proprio oggi tuttavia...
Anna: Quest'oggi tuttavia...

Elsa: ...l'attesa è un'agonia...
Anna:... l'attesa è un'agonia...

Elsa: ... ma oramai lo show avrà il via!
Anna: ... il via!!

Anna: Oggi per la prima volta
Elsa: Non dire mai la verità!

Anna: La vita forse cambierà
Elsa: Se sei brava nessuno lo saprà!

Anna: Finora ero sola ma...
Elsa: Celare!

Anna: . da oggi chi lo sa?
Elsa: Dovrai soffrire ancora un po'!

Anna: E' un giorno da ricordare,
sono certa che lo sia!
E so che per la prima volta
quella vita che sognavo
oggi sembra mia!)!

4cap.
Agli abitanti di Arendelle piaceva chiacchierare.
Le mamme lo facevano davanti un cesto di panni sporchi mentre si aiutavo a vicenda con le macchie più difficili; i papà la facevano alla locanda con in mano un fiasco di birra; i bambini lo facevano giocando per strada, o a scuola, o aspettando che le mamme finissero di parlare, si avvicinavano ridacchiando e, nascosti da una manina, si confidavano i segreti che erano venuti a sapere sulla principessa Elsa.
Perlopiù erano inventati, ovviamente. Quando era piccola e le porte del castello erano chiuse e nessuno la vedeva mai, neanche dalla finestra, gli amanti del macabro raccontavano che fosse impazzita e che i genitori la tenessero dunque segregata affinché non facesse loro del male; altri dicevano fosse brutta come un troll, o peggio, e che per la vergogna ci si fosse chiusa da sola in quella stanza; altri ancora giuravano di aver sentito dire di alcuni delinquenti che avevano usato farle violenza e che per lo spavento la bambina aveva tagliato ogni rapporto con il mondo esterno; le donne romanzavano su un possibile amore giovanile che le aveva spezzato il cuore e i bambini si raccontavano di tutte le meraviglie che doveva nascondere quel castello, belle al punto da spingere la principessa a desiderare di restare là dentro per l'eternità, senza scuola, influenze, medicine o mamme che ti dicessero cosa fare.
Ma soprattutto il popolo, grandi e piccini, chiacchierava sulla solitudine della principessa: nessun bambino poteva infatti vivere per giorni, mesi, anni, chiuso in una stanza senza neanche un amico, era impensabile una cosa simile, chiunque sarebbe impazzito o si sarebbe ritrovato con il cuore freddo come la pietra, così i bambini dietro un orecchio, le mamme davanti un cesto di panni, i papà davanti alla birra si raccontavano di come la bambina dovesse essere cresciuta in compagnia degli spiriti della natura, di come fate e folletti vedendo la sua solitudine andassero ogni sera a farle visita nella sua stanza e organizzassero feste da ballo, di come, magari, un magico principe dell'inverno si fosse preso cura di lei e del suo cuoricino.

La principessa Elsa era impazzita di solitudine.
La principessa Elsa aveva pianto tutte le sue lacrime per la solitudine.
La principessa Elsa aveva il cuore ghiacciato a causa della solitudine.

La principessa Elsa, per salvarsi dalla solitudine, si era così creata un compagno di giochi, un amico immaginario, un folletto da capelli bianchi e dagli occhi di ghiaccio che l'aiutava a rialzarsi, le asciugava le lacrime, la faceva ridere creando giochi con la neve. La faceva volteggiare nella stanza, volare, e dimenticare di essere sola.
Era arrivato all'improvviso, un giorno si era voltata verso la finestra e l'aveva trovato lì. E da folletto era poi diventato un principe e le aveva sciolto il cuore.
Un giorno, però, le aveva baciato la fronte, gli occhi, la punta del naso, e tra i fiocchi di neve era volato via.

Erano passati gli anni, la principessa Elsa era cresciuta ed era diventata regina, le porte del castello erano state aperte, i bambini erano diventati papà e le bambine mamme, erano nati nuovi bambini, in tutta Arendelle c'era felicità e, un giorno, la principessa Anna si era sposata. Ed erano ricominciate le storie che i bambini si raccontavano all'orecchio, perché la regina doveva sentirsi così sola senza quel principe che le aveva tenuto compagnia da bambina.
Un giorno, raccontavano le nuove mamme rimboccando le coperte ai loro bambini mentre i papà sorridevano appoggiati alle porte, il principe busserà di nuovo a quella finestra, con i folletti e le fate, organizzeranno una nuova festa da ballo e danzeranno volando imitando il vento d'inverno, poi lui si inginocchierà e le chiederà di essere la sua regina, e la felicità degli abitanti di Arendelle sarà ancora maggiore e la regina Elsa non sarà mai, mai più sola.
Poi le mamme baciavano sulla fronte i bambini, i papà davano loro un buffetto sulla guancia e sorridendo auguravano la buona notte, dopo aver raccontato quella bella favola che il giorno dopo sarebbe stata sussurrata all'orecchio di un compagno.
Nessuno di loro sapeva quanto tutto quello si avvicinasse alla realtà.

«Sei tornato..» Sussurrava la regina Elsa stretta a quel corpo freddo, inspirava il profumo dei suoi capelli chiari, finalmente dopo tanto tempo. «Ci hai messo una vita.»
«Ho avuto delle cose da fare.. Sai, salvare il mondo, il sorriso dei bambini, cose così. Roba da guardiani insomma.»
Lei rideva e allora Jack non poteva fare a meno di chiedersi come era riuscito a vivere tutti quegli anni senza sentire quel suono. Ma sapeva qual'era la risposta, semplicemente non l'aveva fatto.
Si stringevano l'uno all'altra e il mondo intorno spariva. Restavano così per tutta la notte, poi all'alba lui le baciava la mano, le accarezzava la guancia e spariva dalla finestra. Elsa sentiva gli occhi bruciare e la vista offuscarsi ma poi scuoteva la testa e sorrideva, si lavava, si rivestiva, sorrideva e andava a compiere il suo dovere di regina.
Ma la sera, quando tutte le luci di Arendelle erano spente, i bambini dormivano nei loro letti e per tutta la città non si sentiva un solo rumore, lei si sedeva alla finestra, guardava la neve danzare nel vento ed aspettava.

Andando avanti con gli anni continuò ad essere raccontata, davanti una fontana, un boccale di birra o dietro una manina, la storia di come la loro regina, la regina delle nevi, si incontrasse in segreto con il vento dell'inverno e di come danzassero per tutta la notte avvolti dalla brina e dai fiocchi di neve.

5cap.
<< Kristoff, quanto ci vuole ancora? Camminiamo da un sacco di tempo, vuoi dirmi dove mi stai portando? >>

La notte era ormai calata da un pezzo nel regno di Arendelle e mentre tutti al castello erano già sprofondati fra le braccia di Morfeo, la principessa Anna si trovava a vagare per i giardini del palazzo senza una vera e propria meta, ignara di ciò che il suo compagno Kristoff avesse in serbo per lei quella notte.

<< Abbi ancora un po' di pazienza, Anna! >> le rispose l'uomo, ridacchiando sotto i baffi << Ci siamo quasi, tu continua a camminare e non lasciare la mia mano per nessuna ragione al mondo. >>

Anna fece una smorfia, sistemandosi il fazzoletto con il quale Kristoff le aveva bendato gli occhi per impedirle di sbirciare.

<< Dovevi per forza bendarmi?! >> protestò la fanciulla << Questo affare mi da un fastidio tremendo, senza contare che non riesco neanche a vedere dove sto mettendo i piedi! >>

Kristoff soffocò una risata.

<< Direi che questo ti riesce piuttosto difficile anche ad occhi scoperti, Anna. >> la canzonò affettuosamente << E comunque sì, dovevo farlo: non potevo certo rovinare la mia sorpresa. >>

Il volto di Anna sembrò illuminarsi di colpo al suono di quelle parole.

<< Una sorpresa... Tu hai una sorpresa per me?! E' fantastico, nessuno ha mai avuto una sorpresa per me! Beh, parlo di una vera sorpresa, non dei regali di Natale o del compleanno... Insomma, quelli te li aspetti comunque, non c'è poi molto di sorprendente nel riceverne uno. Quello che intendo dire è che nessuno ha mai pensato di farmi una sorpresa quando non c'era davvero qualcosa da festeggiare, nessuno aveva mai... >>

<< Anna... Anna... Anna! >>

<< Sì, che c'è? >>

Kristoff sospirò profondamente, alzando gli occhi al cielo; la principessa era talmente presa dalle proprie chiacchiere che non si era neanche accorta del fatto che i due avessero appena arrestato il proprio cammino. Lui le si avvicinò sorridente e, molto lentamente, si decise infine a sfilarle la benda per fare luce su quel mistero.

<< Eccoci qua! >> esclamò fieramente, il sorriso sulle sue labbra che si ampliò in maniera quasi imbarazzante << Allora, che cosa mi dici? >>

Anna si stropicciò ripetutamente gli occhi per mettere bene a fuoco: a giudicare dai fiori e dalle strutture circostanti dovevano trovarsi proprio nel cuore del giardino, probabilmente il luogo dove meglio si vedevano le stelle durante la notte. La principessa alzò gli occhi al cielo per ammirare quello spettacolo e per poco non lesi mozzò il fiato in gola per la meraviglia.

<< Wow... E' fantastico! >> trillò con entusiasmo, facendo una rapida e sgraziata piroetta su se stessa << Kristoff, è meraviglioso! Non pensavo che tu fossi uno che ama guardare le stelle. >>

Kristoff rise: << Noi solitari uomini di montagna siamo molto più poetici di quanto tu creda! In ogni caso, non è solamente questa la mia sorpresa; su, vieni con me. >>

Kristoff afferrò dolcemente la mano di Anna e la condusse verso un grazioso dondolo di legno seminascosto fra gli alberi; non ci volle poi molto prima che la fanciulla scorgesse il dulcimer dell'uomo proprio di fianco ad esso e questo, naturalmente, non fece che accrescere l'interesse e la curiosità nel cuore della giovane principessa.

<< Kristoff, ma che cosa... >>

Kristoff posò due dita sulle labbra di Anna per zittirla e la fece accomodare gentilmente sul dondolo, poi si sedette di fianco a lei ed imbracciò il proprio strumento, non potendo fare a meno di arrossire leggermente.

<< Anna, io... C'è una cosa che vorrei dirti. >> farfugliò timidamente, pizzicando a caso le corde del suo dulciner come a voler allentare la tensione << E' da tanto che volevo farlo, però... Beh, immagino che ti sarai accorta di quanto sia difficile per me parlare delle mie emozioni. >>

Anna ridacchiò sommessamente, facendo segno di sì con la testa.

In effetti, pensò fra sé e sé, sarebbe stato piuttosto difficile non accorgersene; la prima volta che lei e Kristoff si erano incontrati lui sembrava non avere alcuna dimestichezza con le relazioni interpersonali e sebbene con il passare del tempo avesse finalmente imparato a lasciarsi andare e a mettere da parte il proprio orgoglio, faceva ancora parecchia fatica ad esprimere chiaramente i propri sentimenti. Non che Anna avesse realmente bisogno di conferme - sapeva fin troppo bene quanto Kristoff la amasse ed ogni sguardo che l'uomo le rivolgeva valeva più di qualsiasi parola d'amore - ma non le sarebbe dispiaciuto, di tanto in tanto, sentirsi dire qualcosa di carino o di affettuoso.

<< Sai Anna, prima di conoscerti la mia vita è sempre stata molto... Tranquilla. >> proseguì Kristoff, il rossore sulle sue guance che si accentuava sempre più << Vivevo esclusivamente per il mio lavoro e Sven è sempre stato l'unico vero amico che io abbia mai avuto. Non m'importava molto delle altre persone, avevo la mia vita e non sentivo il bisogno di conoscere altre emozioni. >>

Si bloccò per qualche istante ed abbassò leggermente lo sguardo, incapace di andare avanti; il suo volto era ormai talmente rosso che per un attimo credette di poter persino andare a fuoco. Anna lo guardò dolcemente, il cuore che accelerò rapidamente il ritmo del proprio battito, e posò con delicatezza una mano sulla spalla di Kristoff, dandogli così il coraggio di proseguire con la propria dichiarazione. L'uomo tirò un profondo sospiro d'incoraggiamento e poi, con voce incerta e tremolante, ricominciò a parlare.

<< P-poi sei arrivata tu, Anna, e in appena pochi giorni hai completamente stravolto il mio modo di vedere le cose: Non credevo possibile provare dei sentimenti così intensi per una donna, almeno non prima che tu piombassi nella mia vita come un ciclone! E' davvero strano, all'inizio credo di aver provato l'irrefrenabile voglia di strozzarti nel sonno... >>

<< Aspetta, che?! >> esclamò la principessa, scoccandogli una rapida occhiata assassina << Come sarebbe a dire che mi avresti strozzato nel sonno, se sono sempre stata così carina e gentile con... >>

<< Fammi finire, Anna! >> l'ammonì gentilmente l'altro, ridacchiando sommessamente << Sai che non è facile per me, non rendere le cose ancora più complicate! >>

Anna incrociò le braccia al petto e mise su una specie di broncio, non riuscendo - tuttavia - a trattenere un leggero sorrisetto compiaciuto. Kristoff tirò un ennesimo sospiro profondo e poi ricominciò a parlare.

<< Mi rendo conto che non è affatto semplice dirti chiaro e tondo tutto ciò che sento. >> farfugliò nervosamente, ricominciando a pizzicare senza sosta le corde del proprio dulcimer << Forse dovrei ricominciare tutto da capo, ma credo che neanche questo servirebbe poi a molto! In effetti, però, credo di aver trovato il modo perfetto per dirti ogni cosa senza fare troppa fatica. >>

Anna lo guardò curiosamente, il cuore che prese a battere all'impazzata dentro al suo petto.

<< D-davvero? >> domandò con voce malferma << E di che si tratta, esattamente? >>

<< Beh... >> Kristoff sollevò leggermente il capo e le rivolse un tenero sorriso ammirato, le sue dita che scivolarono con dolcezza e maestria lungo le corde del dulcimer fino a creare una deliziosa melodia che scaldò immediatamente il cuore della giovane principessa << Sono sempre stato più bravo con la musica che con le parole, perciò... >>

Anna si portò entrambe le mani alla bocca, in un gesto d' incontenibile meraviglia. Aveva perfettamente compreso dove volesse arrivare Kristoff e la sola idea che l'uomo fosse arrivato ad architettare un simile gesto per stupirla era già di per sé sufficiente a farle letteralmente traboccare il cuore di gioia.

<< Kristoff, io... >>

<< Anna. >> la interruppe nuovamente l'uomo, guardandola di traverso << Lascia fare a me, d'accordo? Adesso sta zitta e ascoltami, non azzardarti a proferire neppure una sillaba! >>

Anna annuì silenziosamente e si raggomitolò su se stessa, guardando Kristoff con aria sognante mentre questi ricominciava a suonare.

<< Questa canzone l'ho scritta per te, Anna. >> dichiarò l'uomo, gli occhi che gli brillavano per l'emozione << So che non è un granchè, ma è senza dubbio il modo migliore per dirti senza alcuna reticenza ciò che provo per te. >>

Anna trattenne il fiato e poi si abbandonò ad un laconico sospiro, mentre la voce calda e baritonale di Kristoff intonava le prime note di quella tenera melodia.



È bella sai la tua onestà
Conosci soltanto la sincerità
Le cose che pensi non le tieni per te
Tu sei un libro aperto per me

E in silenzio fai capire
L'amore che è dentro di te


Solo una donna può amarmi così
Farmi sentire più forte che mai
Darmi la vita ogni giorno di più
E quella donna sei tu





Anna non riusciva a credere alle sue orecchie.

Le sembrava impossibile credere che quelle parole così dolci e toccanti fossero state scritte appositamente per lei, che Kristoff avesse pensato unicamente a lei nel comporre quella splendida canzone.

E più di ogni altra cosa, non riusciva a credere che l'uomo che lei amava così intensamente ricambiasse i suoi sentimenti con altrettanta devozione e sincerità.



È magico amare te
Non ho chiesto mai un premio così
Ed io vorrei dire grazie al destino
Che mi ha dato te e sei qui

Gli occhi tuoi fan vedere
L'amore che è dentro di te

Solo una donna può amarmi così
Farmi sentire più forte che mai
Darmi la vita ogni giorno di più
E quella donna sei tu



Anna si portò una mano all'altezza del cuore e si morse il labbro inferiore per trattenere le lacrime; la voce di Kristoff era come un tenero balsamo per le sue orecchie e quelle parole facevano vibrare le corde del suo cuore come nient'altro al mondo era mai stato in grado di fare in passato.



I loro sguardi s'incrociarono e in quel momento i due dimenticarono tutto il resto, persi nei rispettivi occhi, specchio di quel reciproco amore che aveva fatto sì che si ritrovassero insieme quella notte, sotto quel cielo stellato, a giurarsi eterna devozione senza neanche aver bisogno delle parole.



Non trovo mai parole che vorrei
Per aprirti i miei pensieri
E per dirti quel che tu sei
Tu sei grande molto più dei sogni miei

Le tue mani fan sentire
L'amore che è dentro di te



La voce di Kristoff era leggermente incrinata dall'emozione, ma i suoi sentimenti erano talmente forti e veritieri da dargli il coraggio di parlare a cuore aperto, ormai non più spaventato all'idea di lasciarsi andare completamente.

Sapeva, del resto, di non avere niente da temete con Anna; lei era tutto ciò di cui aveva bisogno, tutto ciò che aveva sempre sognato, e poco importava se era così fastidiosamente logorroica, sgraziata, imbranata e completamente fuori di testa. Kristoff la amava proprio per tutte queste ragioni e non avrebbe potuto fare altrettanto, se lei fosse stata diversa.

Era proprio questo a renderla così meravigliosa ai suoi occhi: la sua dolcissima, irrimediabile imperfezione.



Solo una donna può amarmi così
Farmi sentire più forte che mai
Darmi la vita ogni giorno di più
E quella donna sei tu

Solo una donna può amarmi così
Farmi sentire più forte che mai
Darmi la vita ogni giorno di più
E quella donna sei tu





Ormai giunti alla fine di quell'esecuzione, Anna non riuscì più a trattenere le lacrime e le lasciò semplicemente scorrere senza sosta lungo le sue guance, mentre le dita di Kristoff suonavano gli ultimi accordi della canzone e ne decretavano ufficialmente la conclusione.

Vi furono diversi istanti di silenzio, durante i quali Anna e Kristoff continuarono semplicemente a guardarsi negli occhi, senza proferire alcuna parola.

Non ne avevano bisogno, del resto.

I loro sguardi erano più che sufficienti a ribadire ulteriormente quanto entrambi fossero felici di trovarsi lì, in quel momento, durante quella che avrebbero ricordato per sempre come la notte più bella di tutta la loro vita. Avrebbero potuto restare così per sempre, ma prima o poi qualcuno avrebbe dovuto trovare il coraggio di parlare ed inaspettatamente fu proprio Kristoff il primo a prendere la parola, mettendo da parte il proprio strumento e stringendo dolcemente la mano di Anna fra le proprie.

<< So che non è molto, Anna, ma ti assicuro che ho ci messo tutto il mio cuore. >> dichiarò solennemente, le guance che tornarono a farsi lievemente rossicce << Forse avresti preferito qualcosa di più... pretenzioso... Però io... >>

<< Kristoff, era perfetta. >> lo interruppe Anna, con le lacrime agli occhi << Dico sul serio, io... Sono così emozionata! Nessuno aveva mai fatto niente di simile per me. >>

Kristoff le sorrise dolcemente ed allungò una mano per accarezzarle il viso, senza mai smetterla di guardarla negli occhi con aria adorante.

<< Ti amo, Anna. >> le rispose a quel punto, in tono decisamente disarmante.

Anna sussultò e il cuore ricominciò a batterle all'impazzata, quasi fosse sul punto di scoppiare.

Kristoff la amava... La amava davvero.

Non che Anna avesse mai avuto osato sostenere il contrario, ma quella era la prima volta che l'uomo trovava il coraggio di dirglielo apertamente, così come se non esistesse alcuna ragione di dubitarlo. Per la prima volta da quando si conoscevano, Kristoff aveva trovato dentro di sé la forza di abbandonarsi alle proprie emozioni, senza più alcuna reticenza.

<< Oh, Kristoff... >> mormorò la principessa, le lacrime che oramai sgorgavano a fiotti lungo le sue guance << Ti amo anch'io. >>

Non ci fu bisogno di aggiungere altro.

Kristoff si sporse verso Anna e posò delicatamente le proprie labbra su quelle della fanciulla, per baciarle con dolcezza; Anna si lasciò trasportare dall'euforia del momento e gettò le braccia al collo dell'uomo, dando maggiore profondità a quelle effusioni e stringendosi al suo corpo come se avesse il terrore di vederlo scivolare via dalle proprie braccia. Continuarono a baciarsi a lungo, noncuranti di tutto il resto, persino di quella leggera brezza notturna che aveva iniziato a soffiare nel giardino.

Non c'era posto per niente nei loro cuori, adesso finalmente avevano tutto ciò di cui avevano bisogno.

E forse non era tutto così perfetto o ordinario come lo avevano sempre immaginato ma, proprio per questo, era decisamente molto, molto più bello.
6 cap.

Non è un cuore interamente di ghiaccio

Tu odiavi quel giorno che si era susseguito tante volte negli anni. Lo odiavi con tutta te stessa, perché non potevi esserci e lei soffriva. Sentivi gli stessi singhiozzi ogni anno, quante volte hai bramato aprire la porta con un sorriso smagliante ed asciugarle calde e salate lacrime senza mai averne il coraggio.
Ogni anno che passava cominciava a farci l'abitudine, cercava di trattenersi e tu cercavi di sentirla - anche se ti faceva male. Stringevi i pugni, senza sentir la pelle fredda, ostacolata dai guanti turchesi. Premevi contro la porta carpendo finalmente dei sussulti.
Niente emozioni, niente lacrime, niente tristezza, niente sensi di colpa!, provavi a fermarti. Ma come fosse un macabro rito, di nascosto uscivi la sera e ti dirigevi verso la stanza di Anna. Con il cuore che batteva nel petto, pregavi che chiunque ti abbia maledetto - perché per te era tutto fuorché un dono divino - non ti facesse perdere nuovamente il controllo del tuo potere, gelando il pavimento al leggero tocco della punta dei tuoi piedi od altro.
Prendevi sempre un respiro - un profondo respiro - e silenziosa entravi nella camera da letto di tua sorella. Al contrario di come temevi quando avevi sette anni, quella porta in mogano non scricchiolava e la maniglia non faceva fracasso con lo scatto. Amavi credere che queste tue paure nascessero per colpa delle storie che ti raccontavano tua madre e tuo padre, ove quando la protagonista cercava di non farsi scoprire falliva nell'intento a causa di rumori con origine il passaggio in legno od acciaio.
Sorridevi, ogni volta, beandoti dell'idea che nuovamente le avresti lasciato un regalo di scuse. Poggiavi il bigliettino ed una pallina di neve che sapevi - e speravi - che non si sarebbe sciolta fino alla mattina successiva. Le chiedevi di perdonarti se nemmeno quell'anno fossi uscita per lei.
Anna però piangeva comunque e tu ricominciavi da capo la tua strana missione. Ogni anno per undici anni. Lei continuava a sperare ed illudersi, mentre tu non smettevi mai di scusarti. Quell'unico giorno in cui la sentivi singhiozzare, mentre gli altri trecentosessantaquattro dì del ciclo annuale rideva e sorrideva.
Ma non ti sentivi nemmeno un mostro. No, perché tu ogni volta ricordavi di volerle bene e di augurarle un buon compleanno. Solo che odiavi il giorno, non la notte di quell'evento.
7capQuando il peggio è passato, la Regina Elsa di Arendelle ha finalmente la possibilità di regnare sul suo Regno in pace con i suoi poteri e con sé stessa.
Avendo ora, il tanto agognato rapporto con sua sorella maggiore e dopo aver scoperto una simpatia alquanto profonda per Kristoff, Anna può dedicarsi a comprendere appieno cosa vuol dire l'amore.
Ma Hans non era l'unica minaccia per la famiglia reale e per il Regno ora sotto il comando della Regina delle Nevi.
Da quando avevano riaperto le porte del castello ogni giorno era più eccitante che mai.
Quella mattina il sole riscaldava tiepidamente i corridoi che dividevano le varie stanze ed Anna correva come una pazza tra di essi. Svegliatasi troppo tardi, doveva sbrigarsi per non far aspettare ancora a lungo Kristoff, Sven ed Olaf a cui aveva promesso di andare a pattinare insieme.
Saltellò su una gamba sola mentre infilava gli scarponi pesanti e si strinse la mantella sulle spalle.
«Elsaaaaa?! Sto uscendo» urlò in direzione della sua camera sorpassandola come un razzo.
Ormai l'inverno era arrivato, come da normale ciclo.
Aprendo il portone, però, forse per fretta, forse anche per distrazione, andò a scontrarsi con una figura ben piazzata, rivestita di sontuosi abiti in stoffa damascata blu notte e pantaloni neri come la pece. Le rifiniture della giacca erano argentate e molto elaborate.
Alzò lo sguardo sul volto dello sconosciuto: un giovane, dalla carnagione diafana con lunghi capelli neri raccolti in una sottile coda che gli ricadeva su una spalla, dei ciuffi radi gli coprivano la fronte, e due sottili occhi verdi come lo smeraldo. Trasalì «Ah ehm... scusatemi... » indietreggiò «Ci conosciamo?!» chiese, infine, inarcando un sopracciglio non riconoscendo quell'uomo all'entrata di quella che infondo era casa propria.
«Mi permetta, principessa.» La voce calda e profonda di quel ragazzo la fece rabbrividire, soprattutto quando quest'ultimo le prese gentilmente una mano e le baciò il dorso. «Sono qui per incontrare la Regina Elsa, vostra sorella.» disse egli rialzandosi, dopo essersi inginocchiato e aver fatto un' elegante inchino.
La rossa, allora, chiamò velocemente uno dei servitori dandogli indicazioni di condurre quell'individuo dalla sorella, non appena fosse stata pronta. «Io... ho un impegno... beh... a-a rivedervi» si affrettò a dire, infine, velocemente, saettando fuori dalle mura.
Quel tipo le metteva i brividi.
Doveva raccontarlo a Kristoff.
Nonostante dopo quei mesi che sembravano ormai lontani, avesse finalmente imparato che l'amore era l'arma più potente per gestire il suo dono, ancora una lieve paura che tutto potesse tornare a sfuggirle di mano si celava nel suo cuore.
Non ne aveva parlato con Anna, Elsa, dato che non voleva che la sua cara sorella tornasse a preoccuparsi per lei. Ma man mano stava imparando ancor più a gestire le arti magiche anche grazie a quei piccoli Troll e al loro vecchio saggio che si era dolcemente preso peso della sua richiesta di aiutarla.
Gestirli era divenuto facile, ma qualche vacillazione ancora poteva far sfuggire qualcosa di mano - così aveva detto il vecchio -, "ma la chiave per liberarsi da un guaio è ormai nota, il cuore e l'amore ti faranno strada".
Così eccola lì, nelle proprie stanze, che si accingeva ad uscire dalla porta che ormai varcava così tanto che ancora le sembrava strano.
Libertà. La sua desiderata libertà.
E Anna aveva sempre un rapporto più stretto con quel giovane che l'aveva salvata e che aveva salvato tutti loro, a dire il vero.
Un sorriso le rigò il viso pallido mentre portava dietro la lunga treccia platinata. «Anna.» Fece, aprendo la porta nel sentire le sue parole e il suo rumore. Rise. «L'eleganza non è il tuo forte, sorella mia.» Ma a quanto pareva era già volata via come il vento, per ascoltarla.
Ancora sorridendo, alzò gli occhi al cielo e scosse appena il capo nel richiudersi la porta alle spalle.
«Vostra maestà» Un servitore s'inchinò al suo cospetto per porgerle omaggio «i preparativi nella sala delle udienze sono pronti. Ci sono i ministri e altri ospiti ad attenderla.»
Un moto d'ansia le salì in petto nonostante quei mesi fatti a regnare, ma subito lo scacciò via con un sospiro regale. Un solo cenno di capo bastò al servitore che si congedò.
Fece qualche passo e si avviò alle scale e arrivata alla porta delle udienze attese che l'annunciassero prima di entrare.
«Sua maestà la regina Elsa di Arendelle!»
Entrò quando le porte si aprirono e accomodò sul trono pronta ad ascoltare il popolo e gli ambasciatori dei paesi amici del regno.
L'uomo che aveva lasciato la principessa pochi attimi prima, seguiva silenziosamente nella sala la fila di cittadini che recava visita alla Regina, attendendo il suo turno. Il volto pacato ed inespressivo non dava spazio a nessuna emozione.
Tranne che per una: un angolo della bocca invisibilmente alzato in un ghigno, carico di divertimento. Pregustava tutto ciò che sarebbe accaduto di lì a poco tempo e sentiva il corpo ribollire. Quando finalmente giunse il suo turno, camminò elegantemente fino a raggiungere il trono dove sedeva 'la regina dei ghiacci' di cui ormai paese e paesi narravano la vicenda, accaduta pochi mesi prima.
Sorrise elegantemente alla giovane Regina, inchinandosi su un ginocchio mentre con un gesto della mano scostò la coda a rondine della sontuosa giacca che indossava, e l'altra mano all'altezza del cuore. Alzò lentamente lo sguardo verde brillante, scontrandolo con quello cristallino e freddo della ragazza. «Mia signora, sono onorato di essere al vostro cospetto. Lasciatevi dire che la vostra bellezza non ha eguali, e non vi rendono abbastanza giustizia.» proclamò con voce calda e pacata, attendendo un gesto della sovrana per rialzarsi e presentarsi.
Inarcò un sopracciglio, Elsa, e osservò quella figura con fare sorpreso ma senza mancare un sorriso di cortesia.
Gli fece cenno di alzarsi e cercò di non mostrare quel lieve imbarazzo che ogni qual volta si faceva spazio in lei per quei continui complimenti. «Alzatevi, prego. Con chi ho il piacere di colloquiare?»
Egli si rialzò con grazia e spolverò i pantaloni neri portando nuovamente lo sguardo su quello della giovane donna, sorridendo cortesemente a sua volta. Portò la mano destra all'altezza dello stomaco e chinò la schiena ed il capo in sua direzione in un inchino rimettendosi eretto poi per presentarsi. «Swharz Von Schmerz, vostra maestà. Questa è la prima volta che approdo nella vostra città.
Provengo dal lontano paese di Kalserung, all'estremo Nord. Sono giunto fin qui per chiedervi il favore di poter alloggiare per un periodo di tempo nel vostro palazzo»
«Il Regno è pieno di locande con alloggi pronti ad o-» il consigliere di corte si schiarì la voce ed Elsa capì che la sua paura delle persone stava per prevalere e di conseguenza farla agire in un modo piuttosto scortese nei riguardi di un nobil uomo. Perché di sicuro doveva esserlo, dato il suo portamento, e chiedere quale fosse il suo rango dinnanzi ai cittadini sarebbe stato più che sconveniente. Allungò un ennesimo sorriso. «saremo ben lieti di ospitarla, sir» sorrise, facendo un cenno col capo che stava a significare che poteva congedarsi per dare spazio agli altri presenti «darò disposizione alla servitù per il vostro alloggio.» portò poi le mani sulle gambe e sistemò appena il vestito sul trono.
Forse era un errore ma il terrore di avere ospiti a palazzo per la prima volta, ad alloggiare, la terrorizzava.
«Siete molto gentile mia signora. Farò l'impossibile per recarvi il minor fastidio possibile, è una promessa.» Swharz chinò il capo e ri-posò la mano destra all'altezza del cuore. «Farò tutto ciò di cui avrete bisogni, per cui, contatemi come vostro utile servitore, ve ne prego.» Si chinò nuovamente su un ginocchio e dopo qualche istante si congedò seguendo la servitù, pronta ad accompagnarlo alle sue stanze. Intanto sul volto delicato dell'uomo, un sorriso sinistro non accennava a sparire.
La regina di Arendelle lo guardò allontanarsi mentre un suddito le andava al cospetto.
Non era una bella sensazione.
Per niente.

Kristoff suonava, appoggiato al suo fido amico renna, Sven.
Intanto Olaf il pupazzo di neve, parlava fra sé e sé con gli alberi illuminati dai cristalli di neve depositati su di essi: «Ciaaao, alberelli! Oh, ma che begli ornamenti vi ha regalato la regina eh?! Cosa dite? Eheheh graaazie, io sono il suo capolavoro.»
Il venditore di ghiaccio rise sotto i baffi continuando a suonare e cantare la sua stramba canzone.
Anna era in ritardo.
Un sorriso quasi inebetito gli si allungò sul volto e la fedele renna allungò un sorriso che lui preferì non interpretare.
Da mesi si vedevano. Non erano arrivati a nulla di importante, a nessuna dichiarazione dopo quel bacio.. ma andava bene anche cosi.
La giovane principessa corse su per la salita che portava alla baita dove si erano conosciuti lei e Kristoff, reggendo la lunga gonna pesante sopra le ginocchia così da evitare che potesse inciampare. Non appena arriva mollò la presa sul tessuto, lasciandolo ricadere sulle gambe ri-aquistando la sua normale lunghezza. Ansimò per qualche istante ed alzò una mano in segno di saluto. «Scusatemi, ragazzi!» si piegò verso Olaf dandogli un bacio sulla nuca gelata, arricciando il naso per il fastidio. Tirò poi fuori dalla cappa, una bella carota che offrì a Sven carezzandogli poi le orecchie. Si voltò, infine, verso il biondo con un sorriso sinceramente dispiaciuto. «Scuuusa... » cominciò, e prima di cadere in un silenzio imbarazzante gli saltellò davanti, agitata. «Non puoi capire che graaaaan confusione ci fosse oggi al castello!» disse gesticolando, allargando le braccia al cielo. «C'era un sacco di gente che che voleva parlare con Elsa, e tra quelli, un tipo strano vestito di tutto punto, mi ha fatto il baciamano chiedendo di parlare con lei... e ... e insomma, è sospetto!» Dopo quell'abbaglio che aveva avuto a causa del principe Hans, la delusione ed il rancore, aveva scatenato in lei come un sesto senso più acuto.
«Scusa se mi permetto ma tu non sei un asso a capire i malintenzionati.» Rise, Kristoff, dandole una leggera spinta sulla spalla in segno di saluto. Posò il suo strumento nella sacca legata al collo di Sven e la guardò arricciando le labbra un po' imbarazzato «Non era quindi meglio che tu restassi al suo fianco?! Sei la principessa e non vorrei che tua sorella andasse di nuovo... in tilt?!»
Anna rise di gusto all'affermazione del biondo, barcollando appena dopo la spintarella. Portò una mano dietro la nuca, grattandola in evidente imbarazzo.
«Beh si... in effetti... diciamo che non sono stata molto furba in passato, ma voglio rimediare!» Affermò convinta, stringendo poi i pugni davanti a sé. «Eh... ma avevo appuntamento con t... cioè con voi!» disse aumentando di poco la tonalità della voce per l'imbarazzo «E già ero in ritardo... ecco... » mormorò impacciata «Elsa è piena di servitori lì al castello, starà bene! E poi per l'ora di cena sarò tornata»
Kristoff scoppiò a ridere a quelle parole e quei gesti impacciati della principessina e, in evidente imbarazzo, le fece cenno di avviarsi a fare una passeggiata prima che Sven, il quale li osservava chiaramente contrariato del passo zero del padrone, e che lo avrebbe quasi spinto su di lei se non si fosse mosso «Come preferisci. Ehm. Vuoi fare un-»
«Giro!» S'intromise Olaf con la sua solita vocina acuta, allargando le braccia nell'aggrapparsi ad Anna «Andiamo a fare un giro tuuutti insieme sul ghiaccio!»
Ella ci rimase giusto un po' male non sentendosi trattenuta. Forse aveva segretamente sperato che Kristoff le dicesse che era contento tutto sommato, che fosse rimasta. I suoi pensieri furono però scacciati via da quel tenero pupazzo di neve che le si attaccava alla gamba facendogliela intorpidire. «Si, andiamo a sciare, avanti!» sorrise e tirò Olaf per il braccino di legno dimenticandosi di come si
staccasse facilmente, e corse verso la distesa ghiacciata, inseguita da un omino bianco esaltato.
Sven brontolò e guardò Kristoff alquanto contrariato «Si, lo so, lo so.» Rispose lui, imitando come al solito la voce della coscienza che altri non era che la sua renna, iniziando a parlare fra sé come sempre «"non avresti dovuto comportarti così. Lei si aspetta di più da settimane"» sbuffò, seguendo la principessa e il pupazzo di neve, facendo attenzione a non arrivare a poggiare i piedi sul ghiaccio «Lo so. Lo so. Ma.. lei è una /principessa!/. Ehi. Non mi guardare storto!»
«Kristoooooffff» la rossa lo chiamò dall'altra parte della distesa di ghiaccio mentre 'pattinava', china verso Olaf al quale teneva le manine, roteando su loro stessi. «Avanti, sbrigatevi e smettetela di confabulare!» urlò in loro direzione mentre finì a sedere per terra con un urletto, ritrovandosi l'omino creato da sua sorella maggiore, in grembo, a ridere come un pazzo.
Il sorriso si allungò automaticamente a quella visione sul volto di lui, e la renna lo spinse col muso sul sedere per incitarlo ad andare.
Si voltò verso a guardarlo e ammiccò «Vado amico.» tornò a guardare la principessa e il sorriso si allungò mentre iniziava a camminare sul suo amato ghiaccio «Vado.»

Swharz Von Schmerz era stato fatto accomodare nella stanza che separava quella dalla Regina da quella della principessa. Non poteva chiedere di meglio. La giornata era ancora lunga, così il moro dalla carnagione cadaverica, decise di potersi concedere un giro del palazzo, regalando qualche falso sorriso di tanto in tanto a qualche cameriera civettuola che lo osservava ammaliata.
Elsa poggiò il capo e la schiena al gran portone della sala delle udienze, una volta che questi si fu chiuso alle sue spalle a riunione finalmente finita e congedo ottenuto.
Regnare era una cosa davvero difficile, peccato che suo padre non glielo avesse potuto insegnare come tante altre cose che dolcemente aveva fatto.
Un velo di tristezza le rigò il volto mentre si scansava dal legno.
Ad occhi socchiusi e capo chino, però, non si accorse di quel corpo dinnanzi a sé, che urtò.
Sussultò e sovrappensiero il suo potere sfuggì appena di mano, raffreddando una piccola parte della porta che si sbrigò a scongelare prima che l'altro se ne accorgesse «Sono desola-» nel voltarsi a guardare la figura in questione, però, un sussulto si impossessò di lei «oh. V-voi!»
Swharz osservò distrattamente la figura che poco prima l'aveva urtato, non riconoscendo quella che doveva essere la Regina, che fino a qualche ora prima era così regale, composta e sicura di sé. Inarcò un sopracciglio e si protese silenziosamente verso il suo braccio, sfiorandole delicatamente il gomito. «Vostra altezza... vi sentite bene? Volete forse che chiami qualcuno?»
«N-no» Sussultò impercettibilmente, la Regina, e si scansò da quel contatto, cercando di tornare composta «È solo stanchezza, signore, non ve ne dovete preoccupare. » Fece, poi, allungando un sorriso. Stai calma, Elsa. In questi mesi è andato tutto per il meglio. Uno sconosciuto a palazzo non potrebbe combinare alcun fastidio particolare per te.
Portò le mani distese sul corpo dinnanzi a sé e fece qualche passo sicuro «Vi sarete già sistemato, spero. »
L'uomo allungò un sorriso di circostanza e si allontanò da lei di qualche passo. Chinò il capo e portò nuovamente lo sguardo su di lei. «Ho appena sistemato quelle poche cose che avevo portato con me in una bisaccia. I vostri collaboratori sono molto efficienti. Cortesi e cordiali. Nel mio paese le persone sono fredde ed apatiche, e' piacevole ricevere un tale trattamento. Vorrei nuovamente ringraziarvi per questa opportunità. » fece un sorriso dolce e si guardò intorno sfilandosi via i guanti di velluto scuro. «ora stavo cercando uni di questi ultimi per chiedere gentilmente di mostrarmi il castello, così da non dover erroneamente raggiungere posti sbagliati. »
Avrebbe potuto far si che se ne occupasse la servitù, ma una parte di lei diceva che quella poteva essere una buona occasione per scoprire qualcosa di quell'ospite che restava fin troppo vago sul suo luogo d'origine e la sua posizione.
Non era importante ma sentiva che poteva esserlo. Carezzò la treccia lunga posta sulla spalla e si guardò intorno «Ho terminato i miei impegni. Se volete posso accompagnarvi»
Swharz socchiuse gli occhi sorridendo sornione «Non vorrei esservi di troppo peso, mia signora. Dovete essere stanca dopo tutte quelle richieste ricevute dal vostro popolo. Quindi non preoccupatevi per me.» si fermò un attimo ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra, rapito da come la neve fioccasse leggiadra su Arendelle, donando un'atmosfera ancora più suggestiva. «Ma nel caso in cui non abbiate nulla di meglio da fare... sarei immensamente onorato nello stare in vostra compagnia.» terminò infine, portando dietro l'orecchio una delle lunghe ciocche nere.
«Sarò ben lieta di farvi da guida per conoscervi meglio.» Il sorriso si allungò nonostante il suo sguardo fosse indagatore su quella figura ora di spalle a lei «Se volete seguirmi.»
«Onorato.» rispose, soltanto, in un sussurro seguendo poi la donna con un sorriso che non lasciava intendere nulla di buono. «Cosa volete sapere di me, mia signora? Non ho segreti. Ma sono cresciuto con l'educazione di parlare solo se interpellato, per cui: perdonatemi se non mi sono presentato come si deve.»
«Oh, nulla di privato.» Una risatina di circostanza le uscì dalle labbra cercando di sembrare più naturale possibile nonostante lo scompiglio interno «Ditemi: come mai in visita ad Arendelle? Parlatemi di voi. Non viene mai nessuno in questo palazzo come ospite.» disse, mentre si accingeva a fargli fare un giro per il lungo corridoio per elencare le varie stanze.
«Vedete, il nostro paese sta affrontando un periodo difficile. Visto la nostra ubicazione scomoda per le transazioni estere, sto girando per i vari paesi circostanti per contrattare con uno di essi, per poterci scambiare risorse a vicenda, e fin ora, ho solo ricevuto porte chiuse in viso, voi siete i primi ad aver accettato la mia richiesta di accoglienza.» disse lui, tutto d'un fiato, sperando di essere stato chiaro, in modo tale da non doversi ripetere nuovamente. «Io sono un caro amico di uno dei principi del paese e sono stato incaricato da lui in persona, in questo compito. Appartengo ad una nobile famiglia, cresciuto militarmente dal mio nobile padre, grande condottiero.»
«Oh.. capisco... » si sentì quasi in colpa, la bionda, per aver malignato, e bloccò il passo sino a voltarsi verso di lui «sono spiacente. Per quanto possibile, il regno di Arendelle vi sarà d'aiuto.» Allungò un sorriso caldo e fece un lieve cenno del capo in segno di inchino modesto «Convocherò una riunione con i ministri e mostreremo la vostra situazione.»
Swharz sorrise compiaciuto e allungò lentamente una mano verso una della regina. Senza malizia o cattive intenzioni ne baciò il dorso mentre si era inchinato dinnanzi a lei con la mano destra sul cuore. «Vi ringrazio infinitamente per tale bontà. Il popolo ve ne sarà eternamente grato.» lasciò poi la mano accompagnandola al fianco della donna, rialzandosi. «Non abbiate però fretta, ho lasciato il paese in buone condizioni, ed ho riferito di farmi contattare non appena sarebbe peggiorato qualcosa.» chinò il capo in segno di ringraziamento ed attese che riprendesse il cammino, per continuare a seguirla.
Di certo le veniva da chiedersi come potesse non essere urgente se sembravano aver tanto bisogno di aiuto.
Cercò di scacciare via i pensieri di nuovo negativi e riprese il passo con espressione seria ma aggraziata «Riprendiamo il nostro giro, allora. Poi potrei chiedere a mia sorella di portarvi a fare un giro per la città.»
«Parlate della giovane dai capelli rossi che questa mattina aveva molta fretta?!» chiese divertito, ricordando l'incontro/scontro con quella che doveva essere la principessa. «Ho già avuto il piacere di incontrarla, anche se credo di averla spaventata a mia insaputa, in qualche modo. Ne sono rammaricato. Spero di avere l'occasione di poterle chiedere scusa.» raccontò assumendo un tono triste nella voce. «Vi seguo, altezza.»
«Perché mai avreste spaventato Anna?!» La voce di Elsa si fece appena più dura nel tornare ad osservarlo quando erano arrivati alla sala da ballo. Di certo se si metteva in mezzo la sua cara sorella e per di più la si spaventava, lei non restava indifferente. Aveva fatto sempre tutto principalmente /per/ Anna.
Lui sorrise, vedendola infuriarsi a quel modo. «Posso assicurarvi che non ho assolutamente fatto nulla che potesse recarle disturbo. Solo non saprei, è fuggita via di corsa...» si stringe nelle spalle ammirando poi l'enorme sala da ballo dove l'orchestra stava improvvisando un leggiadro motivo lento. Fu allora che decise di azzardare. Sorrise amabilmente e piegandosi in un veloce inchino osservò dal basso Elsa. «mi concedereste questo ballo, vostra Maestà?» senza aspettare una risposta posò una mano sul suo fianco senza invadenza, delicatamente, mentre l'altra prendeva la mano più vicina. La condusse lentamente per qualche passo e poi le sorrise «tenete davvero molto a vostra sorella, non e' vero?!»
La Regina si sentì tirata come si suol dire, in ballo, e sussultò. Avrebbe voluto e potuto tirarsi indietro ma non lo aveva fatto per via della servitù e i suonatori che sorridevano e facevano commenti su entrambi «Io amo molto Anna. Farei tutto per lei.» i decise quindi a seguire la danza «per questo mi sono allarmata. Vi chiedo perdono.»
un sorriso appena intenerito si dipinse sul volto del moro, mentre continuava a dirigere le danze a suo piacimento, facendo volteggiare la Regina nel lungo e sontuoso abito elegante che rendeva ancora più aggraziato. «Vi prego di non scusarvi, non ne avete assolutamente alcun motivo. E' naturale desiderare dare la vita per chi si ama. Chiederò di persona a vostra sorella se ho forse fatto qualcosa che potesse infastidirla. Non voglio assolutamente recare fastidio alcuno.
Un' ultima cosa, mia signora...» chinò il viso verso il suo vicino al suo orecchio «danzate divinamente... » sussurrò per poi tornare in posizione con un sorriso ammaliante.
Arrossì, Elsa, e quell'imbarazzo la spinse a sbagliare qualche passo «Siete un uomo abbastanza furbo, eh?! Tentare di ammaliarmi con finti complimenti.» inarcò un sopracciglio con un sorrisino allungato al lato delle labbra «ma vi sono comunque grata per essi.»
«Credetemi, non sono affatto falsi mia signora, ma sinceri.» sorrise riprendendo tranquillamente dai suoi errori sena farla smettere di volteggiare, poggiò infine una mano sulla sua schiena facendole fare un semi 'caschè' al terminare della canzone. Si allungò verso il suo viso e sorrise sornione. «Non nego però, che il tentativo di ammaliarvi c'è stato.» la riportò su e delicatamente si allontanò da lei piegandosi su un ginocchio in un inchino. Ringraziando poi i musicisti per l'arrangiamento improvvisato.
Il volto si colorì ancora di più a quelle parole. Avrebbe fatto marcia indietro se la voce della sua cara sorella non le avesse fatto allungare un sorriso, rincuorata di riaverla in casa.
A quanto sembrava, era già arrivato il crepuscolo. Il cielo si stava addormentando.
Era stata una giornata normale come le altre, se non fosse stato per quell'incontro strano di quella mattina. A differenza di come era uscita, Anna, stavolta rientrava tranquilla in casa. Scrollò la neve dagli abiti e salì i gradini per raggiungere il portone del castello. Entrò ed immediatamente e si annunciò, urlando nell'atrio. «Elsaaa! Sono a casa!» disse allegra, dopo quella serena giornata, anche se aveva come l'impressione che Kristoff avesse qualcosa che non andava. Salutò i servitori e si diresse verso la sala da pranzo, dove di li a poco avrebbero cenato.
Elsa rise silenziosamente per la solita euforia della sorella e fece un mezzo inchino all'uomo dinnanzi a sé «Vi va di farci compagnia per la cena?» Indicò la porta con un cenno del capo prima di muovere qualche passo «Sarà pronto fra qualche istante. Sempre se non abbiate altri programmi.»
«Accetto volentieri, mia signora» Swharz fece un lungo inchino e la seguì nella sala da pranzo, dove ad attenderli c'era la giovane principessa dai capelli color carota, la quale non appena lo vide entrare sgranò gli occhi, visibilmente stupita.
«Elsa! Ti salutano Olaf e Kristoff» la avvisò, mentre la salutava con una mano, già accomodata a tavola al suo solito posto.
L'uomo le sorrise ed inchinò il capo in segno di saluto. Quest'ultima ricambiò un po' impacciata, urtando il bicchiere davanti a sé, rischiando di farlo cadere.
«Anna.» La giovane Regina sorrise e fece qualche passo sino ad avvicinarlesi e chinarsi a darle un bacio sulla guancia. Erano da cosi poco tempo di nuovo in un simile contatto che non sprecava più un singolo secondo per darle attenzioni.
Infondo era sempre la sua adorata sorellina minore. «Ricambia i miei omaggi.»
Si rimise composta e quasi la rimproverò con lo sguardo seppur sorridesse «Alzati, cara, abbiamo un' ospite che è giusto presentare.»
La minore sorrise contenta al bacio da parte della maggiore. Ancora non ci credeva fossero tornate in così buoni rapporti, ed aveva il terrore che in un qualsiasi momento, a causa di un suo sbaglio, potesse nuovamente scappare. Così con sguardo desolato chiese scusa per la goffaggine, e si alzò come ordinato da Elsa, osservando l'uomo davanti a lei. Quest'ultimo fece un lieve inchino, solo con capo e schiena, il braccio all'altezza dello stomaco e sorrise amabilmente alla rossa.
«Mi presento: sono Swharz Von Schmerz. e provengo dal lontano paese di Kalserung. Ho chiesto alla Regina vostra sorella maggiore, di potermi ospitare per qualche tempo. Spero di non avervi recato fastidio stamani.» tornò eretto osservando dall'altro verso il basso la ragazzina.
«Oh... no ehm... benvenuto» ella fece una lieve riverenza barcollando appena. Per quanto le sembrasse sospetto, non poteva di certo incolparlo senza un buon motivo.
Elsa le mise una mano sulla schiena e con un sorriso dolce le fece cenno di accomodarsi.
Quei giorni ad Arendelle erano più che tranquilli e sperava con tutto il cuore che fossero durati ancora a lungo.
8cap
C'erano ghiaccio e neve nel fiordo, una lastra sottile aveva gelato la baita e i commerci erano fermi da giorni, ormai. Eppure era strano pensare quanto una cosa apparentemente così fragile potesse essere in realtà tanto problematica. Perché nonostante la trasparenza era difficile rompere il ghiaccio.
Gli abitanti di Arendelle lo sapevano bene e avevano imparato a proprie spese che non era bene sottovalutare la forza dell'inverno. O il potere della loro regina.
Nella baita, Anna saltava senza timore da una piccola rupe di ghiaccio all'altra, dando il giusto tempo alla sorella di farne crescere di nuove sotto i suoi piedi. Era stata Elsa a proporre questo strano gioco, era parsa così entusiasta all'idea di dover fare una cosa così semplice che all'inizio Anna era rimasta un po' perplessa, nonostante alla fine non avesse avuto il cuore di dirle rifiutare.
<< Però, è divertente! >> Esclamò ridendo di gusto, mentre continuava a saltare da una lastra all'altra, sempre più in alto.
<< L'avevo detto che ti sarebbe piaciuto! >> Rispose la regina con un sorriso, senza smettere di prevedere con sguardo attento ogni nuovo passo della sorellina.
Anna continuava a salire, procedeva sicura e spedita, era così in alto che a tratti le era sembrato di poter sfiorare le nuvole.
<< Anna!>> Il richiamo della sorella, questa volta, fu molto più simile ad un grido e la rossa ebbe appena il tempo di voltare la testa per poter vedere un gruppo di guardie attaccare senza timore la regina.
La ragazza non riuscì a risponderle, il grido le morì in gola quando si rese conto di aver preso a precipitare nel vuoto.
La platinata respinse aggressivamente un paio di uomini e allungò un braccio in direzione della sorella minore, nel tentativo di creare uno scivolo di ghiaccio esattamente sotto di lei. Anna capì, però, immediatamente che non avrebbe fatto in tempo, gli uomini le avevano nuovamente bloccato i polsi e la costruzione era ancora incompleta quando la principessa vi si schiantò sopra. L'impatto fu molto più violento di quanto sarebbe dovuto essere ed Anna continuò a cadere anche dopo essersi scontrata col ghiaccio.
Era così confusa che quasi non se ne accorse subito: non stava cadendo. Stava affondando.
Aveva rotto la lastra che ricopriva la baita e ora affondava negli abissi marini. Nonostante la vista appannata per via dell'acqua salata distinse il volto della sorella dalla superficie.
Poi accadde tutto in un istante, Elsa immerse un braccio in acqua per tentare di afferrarla e non appena le sue dita furono immerse, il mare iniziò a trasformarsi in un blocco di ghiaccio. Le guardie tornarono a prendere la regina e, nell'esatto momento in cui la portarono via, Anna esalò il suo ultimo respiro.
<< Elsa! >> La principessa si svegliò improvvisamente, sudata, col respiro affannato e il cuore che a momenti le sfondava la cassa toracica. Si guardò attorno molto velocemente e, senza attendere oltre, saltò giù dal letto a baldacchino e corse più veloce che poté fuori dalla sua camera. Doveva trovare Elsa, era in pericolo, se le guardie l'avevano presa probabilmente era nelle prigioni.
Correva senza sosta per i corridoi deserti e bui del castello, la vista annebbiata dalle lacrime che continuavano ad uscire e i piedi scalzi dolenti a causa del ripetuto contatto col pavimento freddo.
"Devo salvarla". Continuava a ripetersi, una frase che da quando si era svegliata era diventata una sorta di mantra. Era così assalita dalla paura e così in balia delle sue emozioni che a malapena si accorse di essere andata a sbattere contro qualcuno. Non sbatté forte, ma perse ugualmente l'equilibrio.
Mai come in quel momento, Anna fu felice di notare il ghiaccio della sorella a sostenerla.
<< Tutto bene? >> Le chiese la regina, guardandola preoccupata.
<< Oh, Elsa! >> Riuscì a biascicare la principessa tra le lacrime, mentre si fiondava ad abbracciare la sorella maggiore.
<< Ehi, piano o mi farai bruciare tutto >>. Ridacchiò la platinata, alludendo alla candela che teneva in mano e che per poco non aveva fatto cadere sul tappeto a causa dell'eccessiva euforia della sorellina.
<< Ero così preoccupata >>. Biascicò Anna senza smettere neppure per un istante di singhiozzare.
<< Anche io, ti ho sentita urlare >>. Rispose flebilmente Elsa, allontanandosi appena per poter prendere tra le mani il volto della rossa. << Mi chiamavi con una voce terrorizzata. Temevo ti stesse accadendo qualcosa di brutto >>. Aggiunse con voce tremante, mentre un'ombra le attraversava il viso pallido.
<< N-non volevo spaventarti... è solo che... era tutto così reale >>. Balbettò la più piccola, con le lacrime che ancora le solcavano il volto.
<< Stai tremando >>. Constatò con evidente preoccupazione la regina.
<< I-io... >>.
<< Vieni, andiamo a metterci vicino al fuoco >>. Le propose, accingendosi a portarla via dal corridoio freddo. Con velocità e decisione, la più grande accese il camino della sala tè del castello, dopodiché vi avvicinò più che poté il divano. Una volta sicura che il fuoco fosse abbastanza vivo, si riavvicinò ad Anna e con delicatezza disarmante la condusse attraverso la stanza e la fece distendere sui cuscini, le mise addosso una coperta e dopo avergliela rimboccata per bene indietreggiò di qualche metro per potersi accomodare su una sedia poco distante, nella penombra.
<< No, siedi qui, per favore >>. La supplicò Anna, con gli occhi ancora lucidi.
<< Non credo sia il caso, non smetteresti mai di tremare con me vicina >>. Sorrise l'altra.
<< Non smetterò mai di tremare con te lontana. Ti voglio accanto a me, Elsa >>.
La maggiore parve indugiare appena sulle sue parole, per poi finalmente convincersi e alzarsi in piedi, camminando a passo lento verso la sorellina. Si accomodò dolcemente al suo fianco e, senza esitazioni, Anna posò la testa sulle sue gambe, alla ricerca di maggiore contatto.
Ne avevano avuti così pochi durante quegli anni che oramai ogni occasione veniva colta.
<< Cosa ti ha fatto gridare? >> Chiese la regina con un filo di voce, mentre accarezzava lentamente i capelli fulvi della sorella.
<< Non lo so... credo sia stato un incubo >>. Rispose la principessa, guardando il fuoco che scoppiettava davanti a lei.
<< Sì, suppongo di sì >>. Concordò la maggiore << Ma che cosa hai sognato? >> Aggiunse, rendendo esplicita la vera domanda.
Anna deglutì senza accorgersene e il suo corpo venne pervaso da nuovi brividi al ricordo dello scherzo che il suo inconscio le aveva giocato poco prima, improvvisamente le sembrò che il fuoco volesse divorarla, con le sue fiamme bollenti, la stanza prese a girare vorticosamente e il respiro si accorciò nuovamente.
<< Anna! >> La voce della sorella la riportò coi piedi per terra e senza che se ne accorgesse si ritrovò di nuovo a soffocare i singhiozzi tra le sue braccia.
<< E' tutto a posto. Ci sono io >>. La rassicurò Elsa, accarezzandole lentamente la schiena. << E' tutto a posto >>. Ripeté.
<< Volevano farti del male, ti stavano portando via da me >>. Riuscì a dirle, ancora rannicchiata contro il suo petto.
<< Chi? >>
<< Degli uomini... delle guardie reali. Non erano di Arendelle, forse... forse erano al servizio di Hans >>. Balbettò ancora la principessa, la mente invasa dalle immagini della sorella circondata.
<< Anna, guardami >>. Ordinò soavemente Elsa, convincendola per la prima volta da quando si era svegliata ad alzare lo sguardo e puntarlo nei pezzi di cielo che erano gli occhi della regina.
<< Siamo tutti un po' scossi dagli eventi recenti, ma è finito, non ci sono segreti e non ci sono paure, va tutto bene ormai >>. Le sussurrò con tono materno << E comunque nessuno mi porterà mai via da te >>. Aggiunse poco dopo.
<< Me lo prometti? >> Biascicò la più piccola, senza smettere di guardarla.
<< Hai la mia parola >>. Asserì la regina.
Anna l'abbracciò di nuovo, un abbraccio più lento e dolce, privo di ogni paura e disperazione. << Ti voglio bene >>. Le sussurrò appena in un orecchio, come se si trattasse di una cosa preziosa, che nemmeno i muri avessero i diritti di sentire.
<< Anche io Anna>>. Rispose la sorella, sfiorandole la guancia con le labbra, lasciandole un bacio che portava i colori riflessi dal ghiaccio e il calore emanato dal fuoco.
Sciolsero l'abbraccio dopo alcuni minuti e la regina fu la prima a prendere la parola:
<< Direi che è ora di tornare a dormire >>. Annunciò dopo aver notato che il pendolo della sala segnava le 2:30. Si alzò in piedi, venendo presto imitata dalla sorella minore.
Dopo essere uscite dalla stanza ed aver richiuso la porta alle loro spalle, Elsa prese la mano di Anna e senza dire una parola iniziò a camminare per il corridoio.
<< Credo che tu stia sbagliando, la mia camera da letto è dall'altra parte >>. Tentò la rossa, dopo aver riconosciuto l'ala del castello in cui si stavano dirigendo.
<< Lo so, ma immagino che per questa notte potremmo fare un'eccezione >>.
Anna rifletté un attimo sulle sue parole, per poi illuminarsi dopo qualche secondo: in normali circostanze, una ragazza si sarebbe offesa e magari anche sentita presa in giro se il fratello o la sorella maggiore le avessero proposto di dormire insieme per farla stare tranquilla; Anna, però, si sentiva emozionata e commossa dal gesto ricco di premura e assolutamente privo di giudizio di Elsa. Erano una famiglia, in quanto tale si sarebbero sempre sostenute l'un l'altra.
<< Sicura che posso? >> Chiese la più piccola, che da quando aveva raggiunto la camera della regina era rimasta sulla porta a guardarsi attorno, esitante.
Elsa posò la candela su un cassettone e poi, sorridendo, porse nuovamente la mano alla sorella.
<< Certamente >>.
Si distesero l'una accanto all'altra e quasi immediatamente Anna allungò appena una mano in una tacita richiesta di un abbraccio che non le fu negato, poi appoggiò la testa sulla spalla dell'altra e chiuse gli occhi, felice per quella nuova piccola conquista.
<< Ti avverto, prova solo a darmi un calcio ed è l'ultima volta che vedi queste coperte! >>. La minacciò scherzosamente Elsa, in un atteggiamento che sembrava tutto fuorché regale. Nonostante gli occhi chiusi, ad Anna parve di vedere il sorriso dipinto sulle sue labbra rosee.
<< Faccio la brava, promesso >>. Biascicò, già quasi tra le braccia di Morfeo.
<< Bene >>. Rispose la platinata, senza spegnere il sorriso sul suo volto.
<< Elsa, domani ti faccio vedere un gioco. Me l'hai insegnato tu stanotte, sarà divertente >>. Sussurrò Anna addormentandosi, senza avere il tempo di ascoltare la risposta.
<< Non vedo l'ora >>. Sorrise la sorella maggiore, lasciandole un bacio sulla fronte e immaginando già di quale gioco stesse parlando.
Poi, con un ultimo, leggero, movimento delle dita della regina delle nevi, la candela sul cassettone si spense e anche l'ultima stanza illuminata di Arendelle si abbandonò a quella notte d'inverno.


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(Vi consiglio d'ascoltare! ÷

"Oggi per la prima volta"
(Anna: Serena Rossi, Elsa: Serena Autieri)

"Anna: La luce che irrompe fin quassù
credevo che non accadesse più,
non ho mai visto tanti piatti qua!
Ormai da tempo immemore
qui non si vede un ospite
oggi quel cancello si aprirà...

Quanta gente incontreremo,
in quell'enorme via vai,
mi sento emozionata più che mai!

Questa è la vita che volevo!
Niente mura da guardare...
Avrò quello che sognavo,
oggi io potrò ballare!

Non posso sopportare l'attesa,
Penso che forse impazzirò!
Però stasera di sicuro
mi divertirò!

Incontrerò tutti non vedo l'ora,
e se incontrassi quello giusto?

Avrò uno splendido abito
semplice ma bellissimo
ammireranno tutti quanti me!
E poi d'improvviso lui è lì
nessuno è più bello di così
E' meglio se mi butto sul buffet...

Staremo insieme fino all'alba
lui s'innamorerà,
Solo che ancora non lo sa!

Oggi per la prima volta
proprio come per magia
ho la vita che sognavo
per una notte in mano mia...

E' un'idea del tutto pazzesca
mi sembra folle ma...
Credo di avere per davvero
un'opportunità!

Elsa: Non dire mai la verità,
se sei brava nessuno lo saprà!
Celare, domare...
perché io so che è un segreto
e lo proteggerò!

Elsa: Proprio oggi tuttavia...
Anna: Quest'oggi tuttavia...

Elsa: ...l'attesa è un'agonia...
Anna:... l'attesa è un'agonia...

Elsa: ... ma oramai lo show avrà il via!
Anna: ... il via!!

Anna: Oggi per la prima volta
Elsa: Non dire mai la verità!

Anna: La vita forse cambierà
Elsa: Se sei brava nessuno lo saprà!

Anna: Finora ero sola ma...
Elsa: Celare!

Anna: . da oggi chi lo sa?
Elsa: Dovrai soffrire ancora un po'!

Anna: E' un giorno da ricordare,
sono certa che lo sia!
E so che per la prima volta
quella vita che sognavo
oggi sembra mia!"


Edited by {~™Kidagakash~™} - 7/10/2014, 20:58
view post Posted: 26/9/2014, 14:19 Ci sono anche io... - Welcome!
Ciao Cristina benvenuta anche qui !!!buona permanenza anche io mi ripresento se non ti ricordi son Ines e ho venticinque anni baci kida!!!
view post Posted: 26/7/2014, 21:43 Le vacanze di Rapunzel - Assenze
Buone vacanze Rapunzel ❤⭐❤ :Yo Yo: spero che ti divertirai un mondo!!!!;-)
view post Posted: 26/7/2014, 21:36 Disney Princesses Couples ~ - Adottini, Fan Club e Iniziative
Io li ho inseriti tutti nel continuo in firma son troppo belli
view post Posted: 20/7/2014, 21:28 Chi preferite tra le nuove principesse? - The Official Disney Princesses
Ho votato rapunzel perché è simpaticissima ,sprintosa e coraggiosa e fiera ed orgogliosa anche se svampita come dice madre Gothel ...❤
19 replies since 7/5/2014