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Posts written by { Misaki ;

view post Posted: 28/11/2011, 13:34 QUALI sono, veramente, le principesse Disney? - The Official Disney Princesses
CITAZIONE (T i a ` @ 2/11/2011, 10:11) 
é_é mancano Tia e Rapy comunque

Quoto,visto che anche Tiana si sposa con un Principe.
E poi,sono l'unica a non vedere le immagini? O.o
view post Posted: 28/11/2011, 13:16 My Gallery =3 - Gallerie Grafiche
Mi piace un sacco il set su Kahoko o.ò
view post Posted: 23/10/2011, 20:52 Biancaneve e Rosarossa - Snow White
Biancaneve e Rosarossa


Biancaneve e Rosarossa, conosciuta anche come Rosabianca e Rosarossa o Biancarosa e Rosella (titolo tedesco: Schneeweißchen und Rosenrot), è una fiaba germanica contenuta nella raccolta Fiabe (1812-1822) dei fratelli Grimm.

Esiste anche una variante più breve intitolata Il nano ingrato e scritta da Karoline Stahl (1776-1837), che probabilmente è la versione più antica della storia, perché non se ne conoscono altre precedenti, nemmeno orali, nonostante ne siano state raccolte molte dopo la sua pubblicazione.[1]

Naturalmente la fiaba non è da confondere con Biancaneve e i sette nani (in tedesco Schneewittchen), che sta alla base del film di Walt Disney intitolato Biancaneve e i sette nani.

Trama


Biancaneve e Rosarossa erano le figlie di una povera vedova che vivevano in una casa circondata da due roseti, uno di rose bianche e uno di rose rosse. Le due bambine si amavano molto ed erano buone e diligenti, anche se diverse di carattere, la prima più mite, la seconda più vivace. Accadeva spesso che si attardassero insieme nel bosco, ma la mamma non si impensieriva mai perché sapeva che non sarebbe mai accaduto loro nulla di brutto. Una volta, per esempio, svegliatesi dopo essersi addormentate nel bosco, videro accanto a loro un bel bambino dalle vesti scintillanti che le guardò e subito si addentrò fra gli alberi. Si accorsero così di aver dormito sull'orlo di un precipizio e la mamma disse che certamente quello era l'angelo che vegliava sui bambini buoni.

Una sera bussò alla porta un grande orso che voleva scaldarsi al fuoco del camino e, dopo l'iniziale spavento, la mamma e le bambine lo accolsero in casa e gli pulirono la pelliccia dalla neve. Ben presto fecero amicizia e le bambine giocavano con l'orso divertite. Il mattino seguente l'orso se ne andò nel bosco, ma prese a tornare da loro ogni sera.

Presto venne la primavera e l'orso disse a Biancaneve che per un po' non sarebbe tornato a far loro visita perché avrebbe dovuto difendere i suoi tesori dai cattivi nani che con il caldo dell'estate uscivano dai loro rifugi e rubavano tutto.

Dopo qualche tempo la mamma mandò le figlie nel bosco a far legna. Presso un albero abbattuto videro un nano che si dibatteva perché la sua barba era rimasta impigliata nel tronco. Dopo vari tentativi di liberarlo, Biancaneve prese una forbicina dalla sua tasca e tagliò la barba del nano, il quale, ingrato e furente per essere stato privato di un pezzo così importante della sua immagine, se ne andò borbottando con il suo sacco pieno d'oro sulle spalle. Qualche tempo dopo le due fanciulle incontrarono lo stesso nano in riva a uno stagno: la sua barba era ora impigliata nella lenza con cui stava pescando un grosso pesce che lo tirava sempre di più dentro l'acqua. Di nuovo Biancaneve tirò fuori le sue forbicine e liberò il nano tagliandogli un altro pezzo di barba. Egli, sempre furioso e irriconoscente, se ne andò via con un sacco pieno di perle.

Qualche giorno più tardi, mentre andavano in città a fare compere, le fanciulle si imbatterono nuovamente nel nano, che stavolta era stato catturato da una grossa aquila. Biancaneve e Rosarossa riuscirono infine a trattenerlo e a staccarlo dagli artigli dell'uccello e il nano ingrato non fece che lamentarsi per la giacca tutta lacerata, poi prese un sacco pieno di pietre preziose e se ne andò via. Sulla strada del ritorno, le fanciulle videro il nano spargere sul prato tutti i suoi tesori. Ad un tratto un grosso orso balzò fuori dalla foresta e afferrò il nano, che dibattendosi cercò di convincere la bestia a risparmiarlo e a mangiare le due bambine al posto suo. Ma l'orso non lo ascoltò, gli diede una zampata e il nano non si mosse più. Biancaneve e Rosarossa stavano per fuggire terrorizzate, quando l'orso iniziò a parlare ed esse riconobbero il loro vecchio amico, che d'improvviso si trasformò in un bel giovanetto vestito d'oro e confessò di essere il figlio del re, costretto a vagare nella foresta in forma di orso dopo essere stato stregato da quel nano cattivo che aveva rubato tutti i suoi tesori. La morte del nano aveva decretato la fine dell'incantesimo.

Biancaneve sposò il principe e Rosarossa il fratello, e la madre delle fanciulle visse con loro ancora per molti anni.

Versione di Karoline Stahl

Ne Il nano ingrato l'orso, che non è un principe stregato da un incantesimo, non incontra le ragazze se non in occasione della lotta con il nano. Le fanciulle, inoltre, si impossessano del tesoro del nano diventando così molto ricche.

Origini


Wilhelm Grimm combinò la storia de Il nano ingrato di Karoline Stahls (contenuta nella raccolta Favole, fiabe e storie per bambini, Norimberga, 1818) con un verso della novella Das Schmetterlings-Cabinet (Il gabinetto della farfalla, 1813) di Friedrich Kinds, che egli considerava un canto popolare, e scrisse il racconto per il Märchen-Almanach (Almanacco delle fiabe) di Wilhelm Hauffs, dove comparve nel 1826. Da lui partì l'idea del nano che trasforma il principe in orso, così come l'idea dell'idillio familiare presente nella prima metà del testo. Mai prima d'allora una fiaba aveva subito da parte dei fratelli Grimm un intervento così sostanziale. Il racconto sembra essersi in tal modo adeguato all'immagine del credo popolare così come al gusto del pubblico. Per la raccolta di fiabe esso fu modificato nuovamente in maniera più intensa.

La concezione della trasfigurazione ferina come conseguenza di un incantesimo malvagio che non si risolve se non alla fine è relativamente nuova. Presso i popoli primitivi la trasformazione in bestia e poi di nuovo in forma umana pare essere un mezzo per raggiungere la conoscenza di sé. Biancaneve e Rosarossa presenta in questo un tema simile ad altre fiabe, tra cui Il principe ranocchio, L'allodola che canta e saltella, Gian Porcospino , Pelle d'orso . Per quanto riguarda l'angelo custode che veglia sui dormienti si veda invece San Giuseppe nel bosco.

Interpretazioni


Il contrasto tra l'innocenza delle bambine e l'avidità del nano è particolarmente accentuato in questa fiaba. Anche le qualità assolute di forza (l'orso) e bontà (la mamma) sono piuttosto stereotipate.

Nelle figure delle due fanciulle si può ritrovare una simbologia molto forte basata principalmente sui contrasti. Rosse sono le bacche che raccolgono nel bosco in cui Rosarossa si aggira volentieri. Bianchi invece sono la colombella e l'agnellino che trascorrono l'inverno a casa loro. Rosarossa apre la porta, Biancaneve la chiude.

La barba che le bambine tagliano al nano, invece, simboleggia, in molti racconti antichi, la forza, come presso Sansone nel Vecchio Testamento (si veda Il vecchio Rink Rank). Anche il possente orso qui ha una folta pelliccia, che cade alla morte del nano. Non si deve dimenticare, tra l'altro, che in epoca medievale la barba era anche un segno di regalità.

Il nano si scontra una volta con una creatura della terra (l'albero), una volta con una creatura dell'acqua (il pesce) e una volta con una creatura dell'aria (l'uccello). Questa combinazione fra la struttura triplice ricorrente nelle fiabe e la teoria dei quattro elementi è riconoscibile in numerose altre storie dei Grimm, per esempio in La vera sposa.




view post Posted: 14/10/2011, 13:34 Snow White - Snow White
Biancaneve e i sette nani


Biancaneve e i sette nani (titolo tedesco: Schneewittchen und die Sieben Zwerge / titolo francese: Blanche-neige et les sept Nains) è una fiaba popolare europea. La versione attualmente conosciuta è quella scritta dai fratelli Grimm, Jacob e Wilhelm, in una prima edizione nel 1812, pubblicata nella raccolta Kinder- und Hausmärchen (Fiabe dei bambini e del focolare), evidentemente ispirata a molti aspetti del folclore popolare, del quale i due fratelli erano profondi studiosi. La città di Lohr in Bassa Franconia sostiene che Schneewittchen sia nata in loco.

Esiste un'altra fiaba dei fratelli Grimm in cui la protagonista si chiama Biancaneve: Biancaneve e Rosarossa. Non esiste nessuna correlazione fra le protagoniste delle due fiabe, che nell'originale tedesco hanno anche due nomi leggermente diversi: Schneewittchen (la Biancaneve di Biancaneve e i sette nani) e Schneeweißchen (quella di Biancaneve e Rosarossa). I due nomi hanno lo stesso significato; il primo è scritto secondo i dialetti della Bassa Germania, il secondo quelli dell'Alta Germania. Biancaneve e i sette nani fu il primo lungometraggio prodotto dalla Disney

Nel sistema di classificazione delle fiabe di Aarne-Thompson, Biancaneve rappresenta il tipo 709.

La fiaba


Vi sono alcune versioni sull'inizio della fiaba di Biancaneve[senza fonte]: la più popolare, è quella che un giorno una regina, intenta a cucire vicino ad una foresta sulla neve, si punge un dito e guardando il sangue su di essa, desidera di avere una figlia con i capelli scuri come l'ebano, la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue; dopo qualche tempo riceve in dono una figlia, a cui da il nome Biancaneve, ma muore nel darla alla luce e il padre, per il bene della figlia si risposa per poterle dare una figura materna. Ma la storia racconta della seconda moglie del re, una bellissima donna che possedeva uno specchio magico, che, invidiosa della bellezza della giovane figliastra Biancaneve, incarica un cacciatore di portare la ragazza nel bosco, ucciderla e riportarle i polmoni e il fegato (il cuore in alcune versioni) come prova della conclusione del suo compito. Il cacciatore, però, impietosito dell'implorare della fanciulla e dalla sua bellezza, decide di lasciarla nel bosco e di uccidere un cinghiale, portando alla regina gli organi di questo animale, convinto che comunque Biancaneve verrà uccisa da qualche belva feroce. La regina, dopo aver ricevuto il fegato ed i polmoni, li mangia, convinta che siano quelli della figliastra. La piccola Biancaneve, dopo aver vagato per un po' nel bosco, si imbatte in una casa costruita proprio nel cuore della foresta e nella quale abitano sette nani-minatori, che lavorano in una vicina miniera per guadagnarsi da vivere. La casa è vuota e Biancaneve, affamata e stanca, si nutre con parte del cibo e del vino già preparato dai nani, prendendone un poco di ogni porzione, per poi addormentarsi nell'unico dei sette letti della sua misura. I nani, dopo un primo attimo di sgomento per l'intrusione, sono ben felici di ospitare la dolce Biancaneve, che in cambio li accudisce nelle faccende domestiche. La vita scorre tranquilla fino a che la regina cattiva, grazie allo specchio fatato, scopre che la ragazza è viva e in salute. La regina, travestendosi da vecchia venditrice, cerca per due volte di uccidere Biancaneve, prima stringendole una cintura in vita fino a toglierle il respiro, poi con un pettine avvelenato. In entrambi i casi la giovane viene però salvata dall'intervento dei nani, che riescono a farle riprendere i sensi, ammonendola ogni volta di non far entrare nessuno in casa. A questo punto la regina, travestita da vecchia contadina e venditrice di frutta, si avvia nuovamente verso la casa dei nani per far assaggiare a Biancaneve una mela avvelenata. Per convincere Biancaneve ad accettare per lo meno una mela in dono la taglia in due, assaggiando la metà che non era avvelenata. Biancaneve al primo morso della parte avvelenata, cade in uno stato di morte apparente da cui nessuno degli sforzi compiuti dai nani riesce a svegliarla. Gli stessi nani, convinti che sia morta, la pongono in una bara di cristallo e la sistemano sulla cima di una collina in mezzo al bosco. Per molto tempo Biancaneve resta vegliata dai nani finché un giorno non viene notata da un principe che passava di lì. Il principe, vorrebbe portarla nel suo castello, per poterla ammirare ed onorare per tutti i giorni della sua vita. Dopo molte insistenze i nani, impietositi dai sentimenti del giovane, acconsentono alla sua richiesta. Avviene però che uno dei servitori del principe, arrivati per trasportare la bara al castello, inciampi su di una radice sporgente, facendo cadere la bara giù per il fianco della collina. Durante la caduta esce dalla bocca di Biancaneve il boccone di mela avvelenato e così la ragazza si risveglia. Biancaneve s'innamora subito del principe e così vengono organizzate le nozze a cui viene invitata anche la matrigna di Biancaneve. Questa, che non conosceva il nome della sposa, ma era stata avvertita dallo specchio che era più bella di lei, rimane impietrita riconoscendo Biancaneve. Nel frattempo erano state fatte arroventare sulle braci due scarpe di ferro che la strega viene costretta ad indossare. A causa del dolore procuratole dalle calzature incandescenti la strega è costretta a ballare finché cade a terra, morta. In un'altra versione il finale è diverso: la matrigna, giunta al castello, rimane stupita. Riavutasi dalla sorpresa tenta di fuggire, ma i presenti chiedono al re di punirla. Così, vestita di cenci e dimenticata, vive a lungo in un carcere oscuro. Solo Biancaneve si reca spesso a darle conforto, poiché i buoni non conoscono l'odio. (Da: "Tutte le fiabe" - Enciclopedia della fantasia - Vol. I - Fratelli Fabbri Ed., 1962).

La versione Disney


Tra le più celebri versioni della fiaba, vi è l'omonimo film d'animazione prodotto dalla Disney e distribuito dalla RKO Radio Pictures, fu il primo lungometraggio animato dell'azienda, uscito nel 1937. Elemento originale della versione Disney fu la caratterizzazione dei personaggi e in particolare dei sette nani, ad ognuno dei quali fu dato un nome e dei tratti caratteriali distintivi (nella traduzione italiana: Brontolo, Cucciolo, Dotto, Eolo, Gongolo, Mammolo, Pisolo).

A differenza dalla versione dei fratelli Grimm, Biancaneve si risveglia dal suo sonno con un bacio dato dal principe azzurro. La strega cade da una rupe mentre è inseguita dai nani; così finisce la vita di Grimilde (strega, matrigna).
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